La Naspi è l’indennità per disoccupati dell’INPS e spetta a chiunque perde il lavoro in maniera involontaria. Infatti, possono avere diritto alla Naspi 2023 tutti i disoccupati che hanno perso il lavoro per licenziamento individuale, licenziamento collettivo, scadenza contratto e qualsiasi altra perdita involontaria del lavoro.

In buona sostanza, solo le dimissioni non danno diritto alla Naspi, a meno che non siano state date per giusta causa. E in questo caso il diritto alla Naspi è fruibile. Ma occorre anche stare attenti a scadenze prefissate per poter fare domanda.

Infatti, decorso un determinato numero di giorni, anche se il disoccupato aveva diritto alla Naspi, si finisce nella decadenza del diritto stesso.

“Gentili esperti di investire Oggi, sono un ragazzo che il 31 agosto 2023 ha terminato la stagione estiva in un ristorante.
La stagione lavorativa che ho svolto è la seconda della mia carriera. Infatti ho lavorato per due settimane tre anni fa prima di dimettermi dal mio posto di lavoro sempre nello stesso settore. Quest’anno il mio contratto è iniziato il 10 giugno ed è determinato il 31 agosto. Adesso mi dicono che avrei potuto prendere la Naspi. Credevo di non avere diritto all’indennità di disoccupazione. Volevo sapere se è vero e quando scade la possibilità di presentare domanda da parte mia. Grazie in anticipo per la vostra eventuale risposta”.

A chi spetta la disoccupazione indennizzata INPS

La Naspi è acronimo di Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego ed è una misura introdotta da un governo Renzi e dal famoso Jobs Act. Escludendo i lavoratori agricoli che hanno la DS agricola, i collaboratori che hanno diritto alla Dis-Coll e gli statali con contratto a tempo indeterminato, la Naspi spetta a tutti gli altri lavoratori. E si prende per la metà delle settimane lavorate nei 4 anni che precedono la perdita del posto di lavoro. Quindi la durata della Naspi può arrivare fino a 24 mesi.

Ma solo se i periodi di lavoro nel quadriennio precedente, non hanno dato diritto ad altre indennità per disoccupati agli stessi interessati.

In pratica, chi per esempio svolge un lavoro stagionale, se ha preso la Naspi al termine della stagione 2022 e ha completato tutti i mesi di fruizione, nel 2023 potrà prendere la Naspi solo per il periodo di lavoro ultimo svolto. Il nostro lettore probabilmente è alla prima Naspi da richiedere. Il giovane dovrebbe aver diritto alla Naspi per la metà del periodo di lavoro svolto nel 2023, cioè dal 10 giugno al 31 agosto e pure per quello antecedente.

Infatti nulla ostacola questo aspetto dal momento che anche a fronte di dimissioni dei lavori precedenti l’ultimo, ciò che conta è la motivazione dell’interruzione dell’ultima occupazione avuta. In pratica, anche se in passato il disoccupato si è dimesso da un posto di lavoro, i giorni lavorati concorrono a formare il periodo indennizzabile da Naspi.

Naspi. decorrenza, durata e scadenze

La Naspi decorre dall’ottavo giorno successivo a quello della perdita dell’ultimo posto di lavoro. Ma solo se la domanda all’INPS è stata presentata entro questi 8 giorni. Altrimenti decorre dal primo giorno successivo a quello di presentazione della domanda. Ma solo se non sono trascorsi 68 giorni. Infatti decorsi questi giorni, si perde il diritto alla Naspi. Naturalmente i periodi di lavoro accumulati che non vengono consumati perché si arriva oltre i 68 giorni senza presentare domanda, tornano utili per eventuali altri periodi di lavoro successivi poi terminati in maniera indipendente dalla volontà del lavoratore.

Il nostro lettore oggi si trova ancora nei termini per presentare domanda di Naspi. E ha perfettamente diritto alla indennità per disoccupati dell’INPS. In effetti, come si legge sul sito dell’INPS, “sono necessarie almeno 13 settimane di contribuzione contro la disoccupazione nei quattro anni precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione”.

Questo è il requisito contributivo della Naspi. Se il nostro lettore perde ancora tempo, perderà il diritto a chiedere la Naspi dopo l’8 novembre. Come detto in precedenza, i 47 giorni di Naspi che gli spettano, restano maturati e potrebbe sfruttarli se trova un nuovo lavoro e magari lo perde.