Il 31 luglio 2015, salvo probabile proroga, scade il termine per la presentazione del Modello 770. A ridosso di questa data spesso si verificano problemi relativi alla certificazione delle ritenute d’acconto che i clienti dovrebbero aver versato. In caso di omessa certificazione o di dati che non coincidono si possono creare problemi nella dichiarazione dei redditi Unico. La regola infatti è che quanto dichiarato nell’Unico e nel 770 deve quadrare. L’Agenzia delle entrate effettua controlli per verificare che i dati dei due documenti coincidano incrociando quello che riporta il professionista nel modello Unico, alla riga “ritenute subite”, e quello che dichiara il cliente nel modello 770 alla voce “trattenute versate” nel quadro ST.

Se le cifre non quadrano partirà verosimilmente un accertamento fiscale. Visto che i controlli sono ormai quasi completamente automatici, questa non è una eventualità affatto rara. Chiaramente questa problematica concerne il modello Unico o il 730 precompilato e non presentato dal contribuente o il 770 presentato da chi fruisce di un servizio dietro corrispettivo pagando al netto della ritenuta. In base a quanto previsto dalla normativa in materia, entrambe le parti sono tenute al versamento delle ritenute, essendo soggetti solidalmente responsabili. L’Agenzia delle entrate, con Risoluzione 69 del 2009, si è occupata di questa eventualità precisando che, in caso di mancanza di certificazione, il professionista dovrà mantenere la copia delle fatture da cui si evince la ritenuta e l’estratto conto relativo alla cifra effettivamente incassata. In caso di omessa certificazi