Parlare di mobbing significa riferirsi ad una serie di azioni che sono compiute per un periodo prolungato di tempo al solo scopo di danneggiare intenzionalmente un lavoratore per ottenere uno scopo prefissato che nella maggioranza dei casi è rappresentato dalle dimissioni.

Il mobbing nella vittima può causare effetti anche gravi a livello psicologico e fisico e portare, in alcuni casi, anche a gesti estremi come il suicidio. Proprio per gli effetti devastanti che ne derivano il mobbing è diventato un reato punibile penalmente diventando anche una malattia professionale.

Come capire se si è vittime di mobbing?

Nella maggior parte dei casi le azioni che rientrano nel mobbing non sono illecite o lesive e proprio per questo sono molto difficili da individuare. Il primo segnale che il lavoratore deve individuare è l’ansia da risveglio, un malessere che porta sconforto, che non porta entusiasmo e serenità.

Se poi sul luogo di lavoro si ricevono critiche e richiami davanti a terzi, quando non era mai successo, bisogna iniziarsi a porsi qualche domanda. Anche i tentativi di isolamento fanno parte della strategia del mobbing: indurre i colleghi a escludere una persona, non includere una persona in riunioni o in appuntamenti potrebbero essere campanelli d’allarme da non sottovalutare.

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Chi esercita mobbing ha l’abitudine di cambiare spesso le regole da applicare nei confronti della vittima rendendo sempre più difficile lo svolgimento delle mansioni lavorative. Cambiamento di orari e cambiamento della gestione dei turni anche è un metodo usato frequentemente.

La vita lavorativa del soggetto oggetto di mobbing è sempre più difficile e alla fine finisce per compromettere anche la vita privata spingendo il soggetto, molto spesso, a lasciare il posto di lavoro.

Spesso chi è vittima di mobbing e non può permettersi di lasciare il posto di lavoro, per non alterare i suoi affetti si vede costretto a rivolgersi ad uno psicologo per cercare aiuto.

L’abbandono del posto di lavoro a volte è visto come un’occasione di rinascita.

Quali sono i sintomi del mobbizzato?

Se sei vittima di mobbing al di fuori del posto di lavoro potresti riconoscerti in alcuni dei seguenti disturbi:

  • svogliatezze nell’andare al lavoro
  • difficoltà a dormire
  • racconti troppo spesso ai tuoi familiari i problemi di lavoro
  • passi il tempo libero a preoccuparti del fatto che devi tornare al lavoro
  • hai problemi di salute legati alla pressione sanguigna e allo stress
  • ti senti in colpa per problemi che pensi di aver causato sul posto di lavoro.

Se in qualche modo si pensa di essere vittima di mobbing non si deve far finta di nulla o pensare di meritarlo. Il fenomeno va fermato e il posto di lavoro rivendicato. Tieni traccia degli episodi di mobbing, prendi nota del nome di chi ti tormenta e di come lo fa, di orari, date e luoghi e anche dei nomi dei testimoni di eventuali  atti di mobbing. Il mobbing va denunciato ai superiori ma se ad esercitarlo sono proprio i superiori cosa bisogna fare?

A quel punto l’unica via percorribile è quella della vie legali.