Milano potrebbe essere la nuova Londra per imprese e lavoratori: meno tasse è la ricetta del capoluogo lombardo per attirare imprese, istituzioni, agenzie internazionali e banche in fuga dopo l’inizio ufficiale della Brexit. Ha spiegato a tal proposito il presidente della Consob, Giuseppe Vegas che il piano potrebbe prevedere ad esempio meno tasse per le imprese che si trasferiscono a Milano introducendo un periodo transitorio. Il presidente della Commissione finanza della Camera, Maurizio Bernardo, ha dichiarato di avere già una proposta di legge pronta per attivare le agevolazioni locali.

Gli fa eco il viceministro dell’Economia, Luigi Casero, che spera “di ottenere risultati positivi” a breve termine. Quindi con l’uscita del Regno Unito dall’Europa occhi puntati su Milano e sulla possibilità di un ‘distretto finanziario’, con un Fisco più leggero per chi si trasferisce e facilitazioni locali messe in campo da Comune e Regione.

Effetto Brexit sulle tasse alle imprese a Londra

C’è allo studio un progetto ampio, lanciato nel convegno ‘Milano, capitale europea della finanza’, con la supervisione di una ‘Consulta degli esperti’ composta da 130 membri della società civile per studiare soluzioni che facciano di Milano una città pronta a raccogliere l’eredità di Londra. Le misure previste vanno dal taglio del cuneo fiscale (a fronte di un impegno occupazionale di minimo 5 anni) alla riduzione Irap per gli investitori stranieri passando per l’abolizione della ritenuta sui dividendi pagati a società extra-Ue (come già fanno ad esempio Malta e Cipro).

Meno tasse per le imprese estere basteranno a fare di Milano la nuova Londra?

Non sarà una battaglia facile con le altre città europee pronte a prendere il posto di Londra dopo la Brexit: Francoforte, Parigi, Dublino e Madrid  in primis. Eppure in molti sono convinti che Milano sia la candidata ottimale.

L’avvocato  Giuseppe Pezzulli, specialista in mercati finanziari tra Londra e New York e che presiede l’iniziativa Select Milano, ne dà una spiegazione in primis tecnica “Sul tema specifico del mercato del clearing – ha detto – le banche tedesche sono già esposte per 15 volte il Pil tedesco al rischio derivati.

L’Irlanda è invece troppo piccola per mettersi in casa colossi come Jp Morgan che hanno un balance sheet grande quanto l’80% del Pil irlandese” ma anche politica visto che innegabilmente uno spostamento ulteriore di flussi finanziari importanti verso Francoforte potrebbe rendere la Germania ancora più potente in Europa.