Il problema con la vita è che non tutte le stagioni sono buone per fare soldi, ma tutte le stagioni sono buone per spendere soldi“, afferma Ma Changshan. Il denaro, in effetti, si rivela utile in diverse circostanze e a ogni età. Cibo, tasse, istruzione, mezzi di trasporto e regali ad amici e parenti, sono solo alcuni esempi di prodotti che prima o poi acquistiamo nel corso della nostra vita.

Non sempre però si dispone del denaro di cui abbiamo bisogno.

Anzi, anche a causa della crisi economica in corso e gli importi bassi delle pensioni e degli stipendi, sempre più famiglie riscontrano delle serie difficoltà economiche. Proprio soffermandosi sui trattamenti pensionistici, quanto potrà percepire al massimo chi uscirà dal mondo del lavoro sfruttando Quota 103? Ecco cosa c’è da aspettarsi.

Manovra 2023: in pensione con 41 anni di contributi e 62 anni di età

Il 2023 è iniziato da pochi giorni e sono già diverse le novità con cui ci ritroviamo a dover fare i conti, così come stabilito dalla Legge di Bilancio. Stando a quanto riportato sul sito del Ministero dell’Economia e delle Finanze, infatti, la Manovra, al fine di contrastare il ritorno della Legge Fornero prevede l’avvio:

“di un nuovo schema di anticipo pensionistico per il 2023 che consente di andare in pensione con 41 anni di contributi e 62 anni di età anagrafica (quota 103). Per chi decide di restare a lavoro rifinanziato bonus Maroni che prevede una decontribuzione del 10%”.

Il massimo che prendi di pensione se esci con quota 103

Nel corso del 2023, quindi, le persone nate entro il 31 dicembre 1961 potranno andare in pensione grazie a Quota 103. Questo a patto di aver maturato almeno 41 anni di contributi. L’importo dell’assegno viene calcolato con il sistema retributivo fino a dicembre 1995 e contributivo a partire dal primo gennaio 1996.

In ogni caso l’importo di tale trattamento economico non può superare le cinque volte il trattamento minimo Inps.

Ovvero circa 2.800 euro lordi al mese, pari a circa due mila euro netti al mese. Tale tetto viene applicato fino al raggiungimento dei 67 anni di età, quando il lavoratore matura i diritti per accedere alla pensione di vecchiaia.

Quota 103 anche nel 2024?

Un tetto, quello di 2.800 euro, che disincentiva il pensionamento anticipato di chi ha diritto a importi più elevati. In ogni caso, chi raggiunge i requisiti per accedere a Quota 103 entro il 31 dicembre 2023, potrà beneficiare di tale misura anche negli anni seguenti, ovvero nel 2024 o 2025. Resta da attendere comunque la riforma delle pensioni guidata dal Governo Meloni per capire il futuro di Quota 103. Il Governo, infatti, opterà quasi sicuramente per sostituire tale misura con delle nuove.