Un nuovo caso di malaria a Trento che ha ucciso la  piccola Sofia Zago.  L’autopsia, effettuata a Brescia, ha confermato la morte per encefalopatite malarica.

E’ da stabilire ancora come la piccola Sofia abbia contratto la malaria. Il procuratore di Trento, Marco Gallina, ha riferito: “L’autopsia ha confermato il referto e la diagnosi ospedaliera di morte per encefalopatite malarica”. “I periti adesso hanno chiesto 60 giorni di tempo per la relazione autoptica, e lavoreremo per contribuire a chiarire la vicenda”.

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La malaria ritorna dopo quasi 70 anni

La malaria è una malattia infettiva causata da un protozoo, un microrganismo parassita del genere Plasmodium, che si trasmette all’uomo attraverso la puntura di zanzare del genere Anopheles. Le zanzare infette sono dette “vettori della malaria” e pungono principalmente tra il tramonto e l’alba.

La malaria costituisce un enorme problema sanitario mondiale ed è la principale causa di morbilità e mortalità in numerose nazioni.

In Italia è scomparsa a partire dagli anni ’50 e i casi di malattia che si verificano, comunque, ogni anno nel nostro Paese sono legati soprattutto ai turisti che rientrano da paesi malarici e all’immigrazione da tali Paesi.

Soggetti a rischio

Il Ministero della Salute individua i soggetti più a rischio e li elenca nella  Circolare del 27 dicembre 2016, Prevenzione e controllo della malaria in Italia.

Donne in gravidanza o allattamento

La malaria contratta nelle donne in gravidanza aumenta il rischio di parti prematuri, aborto, morte neonatale e morte della madre. Alle donne in gravidanza si consiglia di evitare di viaggiare verso aree endemiche per malaria. Se il viaggio non può essere rimandato, oltre alla scrupolosa applicazione di misure di protezione personale, il medico curante prescriverà la profilassi farmacologica adeguata al periodo della gravidanza e alla sensibilità dei plasmodi presenti nell’ area del viaggio.

In caso di sospetta malaria in gravidanza è più che mai necessario cercare immediatamente una consulenza medica e cominciare un ciclo di terapia con farmaci antimalarici efficaci.

Età pediatrica

I bambini sono ad alto rischio di contrarre la malaria poiché possono ammalarsi rapidamente e in modo grave, pertanto, la febbre in un bambino di ritorno da un viaggio in una zona malarica deve essere sempre considerata sintomo di malaria, a meno che non sia possibile dimostrare il contrario. Il viaggio in zone endemiche, particolarmente ove vi sia trasmissione di P. falciparum clorochinoresistente, è sconsigliato per i bambini molto piccoli. Oltre alla protezione nei confronti delle 11 zanzare, essi dovrebbero seguire un regime di chemioprofilassi appropriato, secondo le prescrizioni del medico.

Soggiorni prolungati

L’aderenza e la tollerabilità alla terapia sono aspetti importanti della chemioprofilassi per le persone che prevedono di soggiornare a lungo in zone endemiche. Queste persone dovrebbero attuare la chemioprofilassi nel periodo iniziale di adattamento e nelle stagioni di massima trasmissione. In caso di rischio malarico elevato si può considerare di prolungare l’assunzione del farmaco anche oltre i tempi prescritti, dopo aver accuratamente valutato i rischi-benefici della scelta.

Immigranti viaggiatori

Ci si riferisce agli immigranti regolarmente residenti in Italia che ritornano nei Paesi di origine, endemici per malaria, per visitare i familiari rimanendoci anche per lunghi periodi di tempo. Questi presentano una probabilità 8 volte più elevata di ammalarsi di malaria rispetto ad altre tipologie di viaggiatori, e per quelli diretti in Africa occidentale tale valore sale a 10, poiché frequentemente non effettuano un’adeguata profilassi antimalarica.

Nella seconda pagina troverete tutte le informazioni per la Profilassi

Malaria: Profilassi

Nella stessa circolare, il Ministero della Salute detta i consigli sulla Profilassi sulla malaria da seguire.

Profilassi comportamentale

 L’adozione di misure di protezione personale che comprendono l’impiego di zanzariere, repellenti cutanei ed ambientali ed indumenti adatti, da sole garantiscono un certo grado di protezione riducendo il rischio di contrarre la malaria.

Le abitudini notturne delle zanzare anofele aumentano il rischio di contrarre questa malattia, particolarmente nel periodo che va dal tramonto all’alba, pertanto, per difendersi dalle loro punture si consiglia di:

 · Evitare, se possibile, di soggiornare all’aperto nelle ore in cui le zanzare anofele sono attive;

. Indossare abiti di colore chiaro (i colori scuri e quelli accesi attirano gli insetti), con maniche lunghe e pantaloni lunghi che coprano la maggior parte del corpo;

 · Applicare sulla cute esposta repellenti per insetti a base di DEET (N,N-dietil-n-toluamide), o di KBR (Icaridina), ripetendo, se necessario, ad esempio in caso di sudorazione intensa, l’applicazione come da etichetta (i repellenti di origine naturale, poi amplificati industrialmente, come il PMD (Citrodiol) o l’AMP (IR3535), possono rappresentare una valida alternativa ai precedenti in zone di basso rischio);

· Alloggiare preferibilmente in edifici ben costruiti e in buono stato di conservazione e che offrano sufficienti garanzie dal punto di vista igienico-sanitario;

· Dormire preferibilmente in stanze dotate di condizionatore d’aria ovvero, in mancanza di questo, di zanzariere alle finestre, verificando che queste siano in buono stato e ben chiuse.

· Se si trascorre la notte in ambienti privi delle suddette protezioni, si consiglia l’uso di zanzariere da letto, rimboccandone i margini sotto il materasso e controllando che nessuna zanzara sia rimasta imprigionata all’interno. Qualora necessario risulta molto utile impregnare le zanzariere con insetticidi a base di piretroidi.

· In assenza di zanzariere e d’impianti di aria condizionata nella struttura abitativa, spruzzare insetticidi a base di piretro o di suoi derivati nelle stanze di soggiorno e nelle stanze da letto, oppure usare diffusori di insetticida (operanti a corrente elettrica o a batterie, a piastrine o liquidi) che contengano derivati del piretro (ricordarsi di areare bene i locali prima di soggiornarvi).

· Nel caso si soggiornasse all’aperto dopo il tramonto, come ad esempio in verande, sotto porticati, in terrazze o giardini, possono essere utilizzate le spirali antizanzare (i cui comburenti emettono fumi che possono risultare tossici al chiuso) o altri presidi a fiamma libera, tenendo conto che tutti questi formulati tengono lontane le zanzare solo in un’area di pochi metri quadrati.

· Per il solo impiego professionale che imponga periodi notturni da trascorrere all’aperto (ad esempio militari), prodotti repellenti per gli insetti e insetticidi a base di permetrina possono essere spruzzati anche direttamente sugli abiti.

Precauzioni d’uso dei prodotti repellenti

La possibilità, soprattutto in bambini piccoli, di effetti indesiderati dei prodotti repellenti per gli insetti, impone alcune precauzioni nel loro uso e una scrupolosa attenzione alle indicazioni contenute nei foglietti di accompagnamento.

In particolare:

  • il prodotto repellente deve essere applicato sulle parti scoperte o sugli indumenti;
  • non deve essere inalato o ingerito, o portato a contatto con gli occhi;
  • non deve essere applicato su cute irritata o escoriata; deve essere evitata l’applicazione di prodotti ad alta concentrazione sui bambini;
  • le superfici cutanee trattate vanno lavate immediatamente dopo il ritorno in ambienti chiusi o al manifestarsi di sintomi sospetti (prurito, infiammazione), per i quali è opportuno consultare immediatamente un medico.

Chemioprofilassi

Alle misure di profilassi comportamentale può essere associata la profilassi farmacologica che riduce ulteriormente il rischio d’infezione. Ad oggi non esiste un farmaco antimalarico che, a dosaggi diversi da quelli impiegati per la terapia, sia in grado di prevenire l’infezione malarica nel 100% dei casi e che sia del tutto esente da effetti indesiderati; inoltre, la resistenza dei plasmodi ai farmaci antimalarici è sempre più frequente e coinvolge già anche farmaci di impiego relativamente recente. Nella scelta di un appropriato regime di profilassi antimalarica vanno considerati vari fattori:

· l’itinerario, la stagione e il tipo di viaggio (altitudine, passaggio in aree rurali o permanenza esclusivamente in zone urbane);

· il motivo del viaggio;

· la durata del viaggio; in caso di soggiorni di breve durata (inferiori alla settimana) o per permanenze in zone urbane, può essere sufficiente la sola profilassi comportamentale;

· il rischio di acquisizione di malaria da P. falciparum farmaco-resistente;

· le condizioni di salute del viaggiatore;

· precedenti reazioni allergiche a farmaci antimalarici;

· l’età; per i bambini il dosaggio deve essere basato sul peso corporeo; Di seguito sono riportati i farmaci più usati per la chemioprofilassi. La profilassi con atovaquone-proguanile o con doxiciclina richiede un’assunzione giornaliera.

Il farmaco va iniziato 1-2 giorni prima dell’arrivo nella zona a rischio di malaria (o anche prima, se deve essere controllata la tollerabilità al farmaco prima della partenza).

La meflochina, da assumersi una volta alla settimana, va iniziata almeno una settimana prima dell’arrivo in zona endemica. Alcuni esperti raccomandano di iniziare la profilassi 2-3 settimane prima della partenza perché il farmaco raggiunga i livelli ematici di protezione e per consentire di rilevare possibili effetti collaterali prima del viaggio in modo da poter scegliere farmaci alternativi in caso di necessità.

Prima di prescrivere la meflochina il medico deve informare il viaggiatore della possibile insorgenza di eventi avversi. La profilassi settimanale con clorochina deve essere iniziata 1 settimana prima dell’arrivo in area endemica.

Farmaci per profilassi malaria

Tutti i farmaci per la profilassi devono sempre essere assunti con regolarità per tutta la durata del soggiorno in una zona a rischio di malaria e continuati per almeno 4 settimane dopo il ritorno (meflochina, doxicillina, clorochina).

Fa eccezione l’atovaquone-proguanile, la cui assunzione va iniziata 1-2 giorni prima dell’arrivo nella zona a rischio e continuata per 7 giorni dopo il rientro; tuttavia, il viaggiatore che, ancora esposto al rischio di malaria, dimentica di assumere le dosi giornaliere, deve continuare la profilassi per 4 settimane dopo il rientro.

I farmaci antimalarici vanno assunti a stomaco pieno e con abbondante acqua. I viaggiatori internazionali, prima di partire, per ricevere adeguate informazioni sulla chemioprofilassi antimalarica, devono rivolgersi alle strutture sanitarie preposte alla prevenzione delle malattie dei viaggiatori, individuate dalle regioni, o agli Uffici di sanità marittima ed aerea del Ministero della Salute.

E’ inoltre opportuno che consultino il proprio medico di fiducia, che oltre ad effettuare la prescrizione necessaria per l’acquisto dei farmaci, potrà valutare l’esistenza di controindicazioni o di situazioni che sconsiglino l’assunzione dei farmaci antimalarici.

Fonte: Circolare del 27 dicembre 2016 Prevenzione e controllo della malaria in Italia