A partire dal 2024 l’Agenzia delle Entrate utilizzerà l’intelligenza artificiale per scovare coloro che non pagano le tasse.

Come canta Ermal Meta con il brano Un’altra volta da rischiare: “In fondo è tutto da scoprire, non siamo i primi né gli ultimi, non sorrido spesso mentre tu mi vedi un po’ già grande. L’esperienza è niente se c’è ancora tutto da imparare”.

Nel corso della vita, in effetti, c’è sempre tanto da imparare. Anche quando si è ormai adulti, purtroppo, nessuno può vantarsi di sapere e conoscere tutto.

Anzi, ogni occasione può rivelarsi giusta per apprendere qualcosa di nuovo e utile. Lo sa bene l’Agenzia delle Entrate che nel anni ha affinato gli strumenti da utilizzare per cercare di contrastare l’evasione fiscale.

L’Intelligenza artificiale per scovare chi non paga le tasse: ecco come sarà usata già dal 2024

A partire dai controlli umani da parte dei singoli operatori fino ad arrivare all’utilizzo delle più moderne tecnologie, sono davvero tante le modalità messe in campo per scovare chi non paga le tasse. Proprio in tale ambito si inserisce l’intelligenza artificiale che viene usata già a partire dal 2024.

Entrando nei dettagli il Fisco ha deciso di dotarsi di software evoluti grazie ai quali identificare chi cerca di evadere in modo sistematico le imposte. Si tratta di strumenti avanzati di data analysis che prevedono l’incrocio delle informazioni contenute nelle varie banche dati.

A finire nel mirino gli affitti brevi, ma anche i lavoratori domestici ed eventuali variazioni delle rendite catastali degli immobili al fine di beneficiare di alcuni bonus, pur non avendone diritto.

Ma non solo. Verranno effettuati dei controlli ad hoc sulle dichiarazioni dei redditi tramite modello 730 o modello Persone fisiche. In modo tale da poter scoprire eventuali errori ed avviare, ove richiesto, tutte le procedure necessarie al recupero coattivo delle somme non versate. A tal proposito, si stima che i nuovi controlli potrebbero permettere allo Stato di recuperare, solamente nel periodo compreso tra il 2023 al 2025, ben 57 miliardi di euro.

Controlli preventivi volti a favorire la tax compliance

Grazie all’utilizzo dell’intelligenza artificiale, della machine learning e del text mining, quindi, si intende garantire dei controlli sempre più efficienti e con un basso margine di errore. Ma non solo, i nuovi controlli basati saranno volti a favorire la tax compliance. Come spiegato sul sito dell’Agenzia delle Entrate, infatti, l’attività di controllo:

“è finalizzata a contrastare i fenomeni evasivi ed elusivi e a favorire l’adempimento spontaneo del contribuente (tax compliance). Da un lato, quindi, l’Agenzia ha il compito di contrastare i comportamenti fiscalmente non corretti e, dall’altro, di provocare un effetto dissuasivo che stimoli al massimo l’adesione spontanea. Per verificare il regolare adempimento degli obblighi tributari, l’Agenzia delle Entrate adotta diversi strumenti di controllo: i controlli automatizzati e formali delle dichiarazioni fiscali, gli inviti al contraddittorio e i questionari, le attività istruttorie esterne (per esempio, controlli mirati e verifiche fiscali), le indagini finanziarie, l’attività di tutoraggio nei confronti delle imprese di più rilevante dimensione, ecc…. Utilizzando questi metodi spesso si giunge alla rettifica della posizione reddituale del contribuente che viene formalizzata attraverso l’avviso di accertamento”.