Sapete, è geniale questa cosa che i giorni finiscono. È un sistema geniale. I giorni e poi le notti. E di nuovo i giorni. Sembra scontato, ma c’è del genio. E là dove la natura decide di collocare i propri limiti, esplode lo spettacolo. I tramonti“, afferma Alessandro Baricco. Effettivamente la natura è in grado di regalarci delle emozioni uniche nel loro genere. Ne è un chiaro esempio il trascorrere del tempo che spesso diamo per scontato, anche se non dovrebbe essere così.

Questo perché ogni volta che cala il sole, vuol dire che abbiamo salutato un altro giorno che non tornerà mai più.

 Una chiara dimostrazione di come il tempo sia una risorsa importante per ognuno di noi, che non può essere di certo sottovalutata. Proprio in tale ambito si inseriscono i permessi Legge 104 a cui possono accedere molti lavoratori per prestare assistenza ad un famigliare non autosufficiente. Ecco come funzionano.

Legge 104, le agevolazioni per chi assiste un famigliare non autosufficiente

Come si evince dall’articolo 1 della Legge 104 del 5 febbraio 1992, pubblicata in Gazzetta ufficiale, la Repubblica italiana:

“a) garantisce il pieno rispetto della dignità umana e i diritti di libertà e di autonomia della persona handicappata e ne promuove la piena integrazione nella famiglia, nella scuola, nel lavoro e nella società”.

Al fine di raggiungere tali obiettivi, il Governo mette a disposizione tutta una serie di misure volte a garantire un valido aiuto alle persone con uno stato di disabilità. Tra questi si annoverano i permessi Legge 104, che permettono di assentarsi dal lavoro fino a tre giorni al mese, anche frazionati ad ore, per prestare assistenza ad un famigliare non autosufficiente. Ad averne diritto sono i genitori, il coniuge, il convivente more uxorio in caso di unione civile e parenti e affini entro il 2° grado. In casi particolari possono farne richiesta anche i parenti e affini entro il 3° grado dell’assistito.

Permessi 104 consecutivi: a quanti giorni si può arrivare?

I permessi Legge 104, quindi, si rivelano essere un aiuto particolarmente importante per tutti quei lavoratori che riscontrano delle difficoltà non indifferenti nel riuscire a conciliare attività lavorativa e l’impegno di assistere un famigliare disabile. Proprio soffermandosi sui permessi Legge 104, però, non mancano i dubbi in merito alla relativa fruizione. A tal proposito è bene sapere che il tempo disponibile per i permessi differisce in base alla gravità della disabilità della persona assistita e dal tipo di assistenza richiesta.

In ogni caso i giorni di permesso devono essere preventivamente concordati con il datore di lavoro e possono essere consecutivi. Questo a patto di non superare il limite imposto dalla legge, pari a tre giorni al mese. Nel caso in cui il datore di lavori rifiuti di accordare questa agevolazione a favore dei dipendenti, quest’ultimi possono rivolgersi all’Inps per difendere i propri diritti. In linea generale un lavoratore può richiedere anche più giorni di permesso di seguito.

Fanno eccezioni coloro che operano nell’ambito delle scuole e altri soggetti che hanno lo stesso orario lavorativo. In tal caso, infatti, non è possibile beneficiare di tre giorni di permesso consecutivi. Questo per evitare che i giorni di permesso possano essere sfruttati per staccare solamente la spina da lavoro e fare una sorta di mini vacanza.

Nel caso in cui, ad esempio, venissero presi il venerdì e il lunedì seguente, infatti, potrebbe essere sfruttati per beneficiare di un week end lungo lontano da lavoro. Dato che i permessi 104 sono concessi per garantire un aiuto alle persone in difficoltà, però, tale utilizzo verrebbe considerato improprio. Per questo motivo, in determinati contesti lavorativi, è vietato usufruire consecutivamente dei giorni di permesso Legge 104.