Tra pochi giorni le pensioni anticipate 2022 cambiano con la Quota 102. Che andrà a sostituire la decadente Quota 100. Così come è riportato in questo articolo. Ma attenzione al salto nel vuoto nel 2023. Visto che ad oggi le certezze sulle pensioni anticipate riguardano proprio il prossimo anno. Mentre nel 2023 tutto potrebbe ancora succedere.

Ed è tutto collegato alla riforma strutturale della previdenza pubblica che intende varare il Governo italiano guidato dal presidente del Consiglio Mario Draghi. Non a caso, sulle pensioni anticipate non nel 2022, ma nel 2023, è stato istituito un tavolo confronto Governo-Sindacati.

Con incontri programmati fino alla primavera del prossimo anno.

Le pensioni anticipate nel 2022 cambiano con la Quota 102. Ma attenzione al salto nel vuoto nel 2023

Nel dettaglio, le pensioni anticipate nel 2022 cambiano in quanto, rispetto alla Quota 100, con la Quota 102 il requisito anagrafico proprio dal prossimo anno si alzerà. Passando da 62 a 64 anni. Mentre resterà invariato, nel passaggio dalla Quota 100 alla Quota 102, il requisito dell’anzianità contributiva. Che dovrà essere sempre pari a 38 anni di contributi previdenziali obbligatori versati.

Le pensioni anticipate nel 2022 cambiano con la Quota 102, quindi, ma sarà un cambiamento di durata effimera. In quanto la Quota 102 avrà a sua volta una validità pari a soli 12 mesi. Ecco perché, ad oggi, bisogna fare attenzione al salto nel vuoto per l’anno successivo. Visto che la riforma strutturale 2023 per le pensioni non si conoscerà prima del prossimo mese di aprile. Con tutti i dettagli che poi, tra l’altro, potrebbero essere svelati solo dopo l’approvazione della legge di Bilancio per il 2023. Praticamente, solo ad un anno da oggi.

Come potrebbe essere impostata la riforma della previdenza pubblica nel 2023

E se le pensioni anticipate nel 2022 cambiano con la Quota 102, nel 2023 la riforma della previdenza pubblica potrebbe essere basata su un rafforzamento della flessibilità in uscita. Ma a patto che il Governo italiano accolga le richieste già da tempo formulate dai Sindacati.

In tal caso, infatti, dal 2023 potrebbe tornare l’anticipata a 62 anni. Ma con il sistema di calcolo contributivo pieno. E contestualmente è atteso pure l’addio definitivo allo scalone della riforma Fornero.