Chi beneficia della Legge 104 può rifiutare di svolgere il lavoro notturno? Come canta Massimo Ranieri: “Come le zanzare, come i portieri di notte, come i giornalisti lavoro di notte“.

Tante, in effetti, sono le attività che prevedono di lavorare di notte. Un orario non particolarmente gradito dalla maggior parte dei lavoratori perché finisce, inevitabilmente, per sfasare le ore del resto della giornata e la programmazione delle varie attività quotidiane. Conciliare i vari impegni famigliari e lavorativi, d’altronde, è difficile per tutti.

Se poi si hanno delle persone non autosufficienti di cui prendersi cura è ancora più complicato.

Proprio in tale ambito è giunto in redazione il quesito di un nostro lettore che ci chiede:

Buongiorno, mi chiamo Nicola e da ormai un anno mi prendo costantemente cura di mia madre che purtroppo è disabile e non  autosufficiente. Da cinque anni lavoro come operaio presso un’azienda metalmeccanica, il cui orario è suddiviso su tre turni che consentono di coprire le ore della mattina, del pomeriggio e della notte. Ogni mese ho diritto a tre giorni di permesso retribuito grazie alla Legge 104. Vi contatto quindi per chiedervi se, data la mia situazione famigliare, posso rifiutare di lavorare di notte oppure rischio di incorrere in possibile conseguenze negative a lavoro. Grazie in anticipo per la risposta”.

Lavoro notturno, la 104 permette di rifiutare senza conseguenze?

Per fornire una risposta al quesito del nostro lettore prendiamo come riferimento il comma 2 dell’articolo 11 del decreto legislativo numero 66 datato 8 aprile 2003. Stando a quest’ultimo:

“I contratti collettivi stabiliscono i requisiti dei lavoratori che possono essere esclusi dall’obbligo di effettuare lavoro notturno. È in ogni caso vietato adibire le donne al lavoro, dalle ore 24 alle ore 6, dall’accertamento dello stato di gravidanza fino al compimento di un anno di età del bambino. Non sono inoltre obbligati a prestare lavoro notturno:

a) la lavoratrice madre di un figlio di età inferiore a tre anni o, in alternativa, il lavoratore padre convivente con la stessa;
b) la lavoratrice o il lavoratore che sia l’unico genitore affidatario di un figlio convivente di età inferiore a dodici anni;
c) la lavoratrice o il lavoratore che abbia a proprio carico un soggetto disabile ai sensi della legge 5 febbraio 1992, n. 104, e successive modificazioni”.

Questo vuol dire, pertanto, che possono richiedere di essere esonerati dal lavoro notturno i lavoratori con handicap grave.

E anche coloro che hanno a proprio carico una persona disabile ai sensi della Legge 104. A tal fine è necessario rivolgersi alle strutture sanitarie pubbliche competenti che devono accertare l’inidoneità al lavoro di notte. I soggetti interessati e aventi diritto devono quindi inoltrare richiesta di esonero al proprio datore di lavoro. Avendo l’accortezza di allegare tutta la documentazione attestante le condizioni della persona disabile.

Stando alla normativa vigente non possono richiedere di essere esentati dal lavoro notturno il personale direttivo e coloro che possono determinare in autonomia il proprio tempo lavorativo, quali lavoratori a domicilio o in telelavoro. Tale discorso riguarda anche il cosiddetto personale viaggiante nell’ambito del trasporto stradale, aereo, marittimo e ferroviario.