“Le radici sono importanti, nella vita di un uomo, ma noi uomini abbiamo le gambe, non le radici, e le gambe sono fatte per andare altrove“, afferma Pino Cacucci. Le nostre origini segnano inevitabilmente la nostra vita e il nostro modo di approcciarci ad essa. Per questo motivo rappresentano una parte fondamentale della nostra vita. Questo, però, non vuol dire che si debba necessariamente rimanete radicati sempre nello stesso posto.

Anzi, viaggiare e trascorrere del tempo lontani da casa ci aiutano nel percorso di crescita sia personale che professionale.

Proprio soffermandosi su quest’ultimo elemento, è bene sapere come fare a riscattare i contributi per eventuali periodi di lavoro in un Paese estero. Ecco come funziona.

Lavoro all’estero, come riscattare i contributi e andare in pensione

Coloro che hanno lavorato per un certo periodo di tempo fuori dall’Italia possono recuperare i contributi. Entrando nei dettagli, come si evince dal sito dell’Inps, possono beneficiare di tale opportunità i soggetti che, al momento della richiesta

“abbiano la cittadinanza italiana, anche se durante i periodi di lavoro da riscattare abbiano avuto la cittadinanza straniera. Inoltre, hanno titolo al riscatto i superstiti, qualunque sia la loro cittadinanza, di lavoratori deceduti dopo il 30 aprile 1969, che, alla data della morte, erano cittadini italiani. Non possono invece esercitare la facoltà di riscatto i datori di lavoro, anche se si tratta di imprese o amministrazioni italiane”.

Il periodo di lavoro all’estero può essere riscattato in tutto o parzialmente. In quest’ultimo caso, ad esempio, solo prendendo in considerazione le settimane necessarie a perfezionare i requisiti per accedere al trattamento pensionistico. I periodi di lavoro subordinato all’estero possono essere riscattati in due categorie di Paesi. Ovvero, in quelli che non hanno stipulato con l’Italia convenzioni in tema di assicurazioni sociali.

Per quanto concerne i Paesi che hanno stipulato con il nostro delle convenzioni in tema di assicurazioni sociali, solamente prendendo in considerazione i periodi in cui la convenzione non si estende e pertanto non valutabili in regime convenzionale per il perfezionamento del diritto alla pensione.

In ogni caso per accreditare i contributi bisogna pagare un onere di riscatto.

Ma non solo, per poter beneficiare di tale opportunità, il soggetto interessato deve presentare all’Inps dei documenti. Tra questi si annoverano il certificato di cittadinanza e la documentazione che attesti l’esistenza del rapporto di lavoro. Non viene considerata valida la documentazione redatta al momento della richiesta di riscatto, eccetto il caso in cui venga compilata specificatamente per beneficiare di tale agevolazione. Non vi sono limiti di tempo per presentare domanda, che può essere avanzata anche dopo aver ottenuto l’accesso alla pensione.