“Salve, vi scrivo dalle Canarie, dove da 7 anni lavoro presso un’azienda di consulenza. Questa esperienza rileva per la domanda di uscita con Quota 100? Perché se così fosse potrei accedere alla Quota 100 nel 2020 e valutare la possibilità di tornare in Italia”.

Lavoro all’estero e requisiti Quota 100: chiarimenti Inps sui contributi e paletti

Risale ad agosto scorso la circolare Inps che ha chiarito la possibilità di far valere i contributi previdenziali versati per il lavoro all’estero. Ci sono però dei vincoli da rispettare.

In primis il requisito contributivo previsto per la “pensione quota 100” si può perfezionare anche con la contribuzione estera in Paesi extracomunitari legati all’Italia da accordi bilaterali che prevedono la totalizzazione internazionale. Ad ogni modo è richiesto un montante minimo in Italia di 52 settimane.

Nel caso di cumulo dei periodi assicurativi presso più gestioni aderenti al regime convenzionale, i periodi esteri dovranno essere valorizzati nella gestione previdenziale che garantisca il calcolo della pensione più favorevole al contribuente.

La contribuzione estera può rilevare anche qualora abbia già dato luogo alla liquidazione di una pensione estera, ma non anche se nel frattempo abbia dato luogo alla liquidazione di una pensione italiana in regime di convenzione internazionale.

Concludendo, quindi, per rispondere al quesito che è giunto in redazione, essere titolati di una pensione estera non esclude la possibilità di accedere alla Quota 100. Al Contrario chi percepisce in Italia una pensione in regime di convenzione internazionale non potrà aderire alla “pensione Quota 100”. Sempre nella circolare è specificato chiarita l’incompatibilità tra quota 100 e reddito da lavoro dipendente o autonomo.

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“Visto il sempre crescente numero di persone che ci scrivono vi chiediamo di avere pazienza per la risposta, risponderemo a tutti.
Non si forniscono risposte in privato.”