“Ingannato da se stesso, lo stolto fa un uso improduttivo di internet; il saggio invece, vedendone la generosità, lo sfrutta per fermare il declino dell’esistenza umana“, afferma Sara Aguiari. In un mondo all’insegna della tecnologia come quello attuale, d’altronde, internet ricopre un ruolo indubbiamente importante. Grazie al web, infatti, abbiamo la possibilità di accedere in modo facile e veloce a tantissime informazioni e comunicare con persone anche fisicamente distanti, semplicemente utilizzando uno dei tanti dispositivi a nostra disposizione.

Oltre all’aspetto ludico, internet si rivela essere anche un’importante fonte di guadagno. Tante, in effetti, sono le attività che possono essere svolte online, consentendo di portare a casa un po’ di soldini. Proprio per questo motivo anche queste attività finiscono sotto la lente di ingrandimento del Fisco. Ecco cosa c’è da sapere.

Lavori online con partita IVA, affitti brevi e servizi di noleggio: finisce tutto nel mirino dei nuovi controlli

L’Agenzia delle Entrate è continuamente al lavoro per cercare di scoprire eventuali evasori fiscali. Proprio in tale ambito si inserisce il decreto legislativo numero 32 del 1° marzo 2023 inerente gli obblighi per le piattaforme informatiche di comunicare all’Agenzia delle Entrate i dati di chi, con partita Iva, svolga delle attività su internet riuscendo ad ottenere dei guadagni.

Entrando nei dettagli, l’Agenzia delle Entrate potrà sapere chi, con tanto di partita Iva, vende beni o servizi. Stesso discorso vale se, ad esempio, effettua degli affitti brevi o noleggio di auto. Tutti questi movimenti saranno tracciati grazie a un meccanismo ad hoc che verrà messo a punto dal Governo.

Ad avere l’obbligo di trasmettere tali informazioni sono i provider attraverso cui i titolari di partita Iva effettuano le varie transizioni. Ne è un chiaro esempio Airbnb per gli affitti brevi, così come tutti gli altri portali di intermediazione per la vendita online.

In base a quanto stabilito dall’articolo 11, comma 5, del decreto 32 del 2023, inoltre, deve essere indicato all’Agenzia delle Entrate;

“il corrispettivo totale versato o accreditato nel corso di ogni trimestre del periodo oggetto di comunicazione e il numero di attività pertinenti in relazione alle quali tale corrispettivo è stato versato o accreditato”. Ma non solo, il provider deve provvedere anche alla comunicazione di “eventuali diritti, commissioni o imposte trattenuti o addebitati dal gestore di piattaforma con obbligo di comunicazione per ogni trimestre del periodo oggetto di comunicazione”.

I dati che verranno comunicati all’Agenzia delle Entrate

Nel caso in cui il venditore sia una persona fisica, i provider di intermediazioni dovranno provvedere a comunicare i dati identificativi come nome, cognome, indirizzo, codice fiscale, numero di partita Iva. Se si tratta di una società, invece, devono essere comunicati anche la ragione sociale e il numero di registrazione dell’attività.

Sempre i provider, inoltre, devono comunicare i numeri di conto corrente, il valore economico delle transazioni e quante vendite sono state effettuate. In caso di affitti brevi, inoltre, devono essere comunicati all’Agenzia delle Entrate gli indirizzi completi degli immobili interessati, il numero dei giorni di locazione e la tipologia di immobile.