Da un alto ci sono i pensionati che espatriano, dall’altro i giovanissimi: a lasciare l’Italia per trasferirsi per lavoro all’estero è soprattutto la generazione dei 30-35 anni. Un dato anagrafico non casuale: i giovanissimi infatti hanno ancora spesso l’entusiasmo di credere di poter fare qualcosa nel proprio Paese o meno romanticamente non hanno i soldi per partire e, se lo fanno, partono solo per un periodo di tempo ridotto, magari in estate, per fare un’esperienza all’estero; gli over 40 invece dal canto loro hanno in molti casi troppi vincoli familiari o personali ma anche economici (per chi ha un mutuo sulle spalle o una casa) che li tengono ancorati alla patria anche se la situazione del lavoro in Italia non è idilliaca neppure per loro.

Lavoro all’estero per giovani: i Paesi migliori

Le mete più gettonate dai giovani di 30-35 anni che si trasferiscono all’estero per lavoro sono Inghilterra, Germania, Svizzera e Francia.

Lavoro all’estero: meglio Londra o Berlino?

La scelta ricade spesso sui Paesi più conosciuti ma di recente si tende a scoprire anche destinazioni emergenti con tassi di disoccupazione giovanile molto bassi. Così ad esempio Olanda, Malta e Repubblica Ceca (che hanno tassi di disoccupazione giovanile intorno all’11%). Vero è che, soprattutto negli ultimi due, lo stipendio non è altissimo ma va rapportato al costo della vita. Per questo diciamo che la scelta di trasferirsi in uno di questi Paesi ha senso se si conta di restare per sempre o nel lungo periodo e non di andare per un periodo di tempo limitato a risparmiare per poi tornare in Italia e magari aprire un’attività in proprio con i soldi messi da parte all’estero.
Altre destinazioni che acquistano appeal sono Austria e Danimarca, quest’ultima soprattutto per via dei salari che sono tra i più alti in Europa.