Sulle pensioni c’è chi rimpiange la cancellazione della quota 100 perché si trattava dell’unica misura che consentiva l’accesso alla quiescenza a partire dai 62 anni di età. Ed effettivamente è così, perché una misura così generalista come perimetro di applicazione, a partire dai 62 anni di età non esiste e forse non esisterà più. Ma addentrandosi nelle tante possibilità di pensionamento, anche anticipato da parte dell’INPS, si nota una misura che addirittura prevede il pensionamento qualche mese prima di compiere i 62 anni di età e perfino con una contribuzione previdenziale inferiore a quella della quota 100.

Una misura che potrebbe essere quella ideale per un nostro lettore che ci scrive rammaricato per la scomparsa di quota 100
 

“Salve, mi chiamo Andrea e domani compio 62 anni di età. Sono nato infatti nel 1960. Ho 38 anni di contributi e qualche mese, e come è evidente, per poco non ho potuto sfruttare la quota 100 per andare in pensione. Fossi nato nel 1959, avrei potuto godere della pensione e finirla finalmente con il mio lavoro. Purtroppo svolgo una attività piuttosto pesante, in fabbrica e sulle stesse macchine da 20 anni. Sono tremendamente stanco, anche di lavorare la notte e su 3 turni da 8 ore che mi hanno colpito nel fisico. Dormo poco proprio perché i turni mi sfasano pure il bioritmo. Avrei volentieri optato per il pensionamento, anche a costo di rimetterci parte dell’assegno ma la quota 100 è andata via e non credo che a 62 anni di età nel 2023 posso sfruttare altre occasioni. Da quanto ho capito nel 2023 ritorneranno le misure della legge Fornero. Potete darmi dei consigli sul da farsi? Grazie per la risposta.” 

La quota 100 prima e la quota 102 dopo, ma per chi svolge lavori usuranti si può uscire comunque 

Con la chiusura di quota 100 lo stato d’animo manifestato dal nostro lettore è senza dubbio uno stato d’animo che può trovare simili in molti lavoratori che hanno subito sulla loro pelle le chiusure di alcune misure.

A dicembre infatti terminerà pure l’esperienza con la quota 102. Con la fine di quota 100 non ci sono state più possibilità di accedere alle pensioni a 62 anni come offriva invece quella misura. E lo stesso accadrà nel 2023 con la chiusura di quota 102, che però era meno favorevole di quota 100, prevedendo l’uscita a 64 anni di età. A questa età infatti qualcosa di più si può ancora trovare per uscire comunque dal lavoro. A 62 anni invece è più complicato, anche se non impossibile. C’è per esempio lo scivolo usuranti che potrebbe tornare utile al nostro lavoratore. Lui forse non lo sa ma anche un operaio della linea a catena, che lavora su turni, e cioè come il suo profilo mette in risalto, può godere di questo vantaggio. Che a conti fatti può essere pure migliore di quota 100.  

La pensione per gli addetti alla linea a catena 

pensione

Tra le varie categorie a cui è destinata la pensione in regime lavoro usurante, ci sono gli addetti alla linea a catena. Si tratta di lavoratori delle fabbriche che lavorano su turni e che per mansioni svolte, sono alle prese con le stesse operazioni a ciclo meccanico. Lo scivolo usuranti è destinato a svariate categorie, ma forse quella più comune insieme agli autisti dei mezzi di trasporto pubblico è proprio quella degli addetti alla linea a catena. Con lo scivolo usuranti possono lasciare il lavoro quanti hanno 61,7 anni di età compiuti e 36 anni di contributi versati, ma completando pure, grazie alle frazioni di anno, la quota 97,6. Rispetto alla quota 100 l’unica differenza a vantaggio di quest’ultima è la platea degli interessati. Per quota 100 nessuna limitazione di categoria di lavoro o di genere. Con lo scivolo usuranti invece, solo le categorie previste dal decreto legislativo 67 del 2011.

  

Alcuni chiarimenti sul lavoro usurante 

Con lo scivolo usuranti o con quota 100 nessuna differenza di calcolo dell’assegno previdenziale. Esso infatti verrà fuori dal calcolo misto, cioè retributivo per i versamenti fino al 31 dicembre 1995 e contributivo per quelli successivi. Questo per chi non ha 18 anni almeno di contributi prima del 1996. In caso contrario infatti il calcolo retributivo si applicherà per tutti gli anni di lavoro fino al 2012 e di conseguenza il calcolo contributivo varrà per gli anni successivi. Per quota 100 servono almeno 38 anni di versamenti, per lo scivolo usuranti 35 (ma c’è da completare quota 97,6). Per la quota 100 l’età minima è 62 anni, per lo scivolo 61,7.

La certificazione del diritto è fondamentale per la pensione usuranti

Per rientrare però occorre presentare domanda di certificazione del diritto con lauto anticipo. Infatti per chi conta di completare i requisiti nel 2023 (il nostro lettore li ha già maturati e quindi per lui la domanda va presentata il prima possibile), avrebbe dovuto presentare domanda entro lo scorso mese di maggio. Questa istanza non è determinante per la concessione della pensione, ma per la decorrenza. Infatti con domande ritardate, come farà il nostro lettore, la decorrenza si sposta anche di tre mesi. Inoltre dal momento che la misura è impostata fino ad esaurimento risorse, Ogni anno le domande tardive vengono liquidate solo dopo la verifica della presenza di dotazioni, quindi a fine anno.