Approvata definitivamente dalla Camera ieri sera la manovra di Bilancio diventa legge dello Stato. Al suo interno anche tutte le misure di carattere previdenziale del pacchetto pensioni entreranno in vigore dall’anno prossimo. Confermata nel testo definitivo, ciò che era stato inserito per quota 103 nella bozza della manovra. E dopo il via libera del Senato, il passaggio alla Camera è stata solo una formalità, visto che il testo della manovra è arrivato a Montecitorio, bloccato e non più correggibile.

La struttura della quota 103 confermata anche per il 2024, rimane invariata, ma solo da punto di vista strutturale.

Perché due sono le novità che finiranno con l’incidere davvero in maniera netta sulla volontà di sfruttare la misura per alcuni lavoratori. Adesso abbiamo la possibilità di capire come funzionerà la quota 103 nel 2024, perché la misura è ufficiale.

La manovra è legge, ecco la nuova pensione a 62 anni nel 2024

Buonasera, sono Davide e sono un lavoratore che completerà i requisiti della quota 103 nel 2024. Almeno credo. Ecco perché vi scrivo. Volevo capire bene come funziona la misura dopo il via libera alla manovra da parte del Parlamento. Nel 2024 compio 62 anni di età e credo di arrivare a 41 anni di contributi. Serve altro per sfruttare la misura? inoltre volevo capire tutto ciò che riguarda questo strumento, da eventuali penalizzazioni di assegno a limiti di importo e finestre. Grazie mille anticipatamente e vi porgo i miei cari saluti.”

Quota 103 – 2024, ecco le cose che non cambiano rispetto alla misura di oggi

La quota 103 è stata confermata per il 2024 ma rispetto al 2023 qualcosa cambia e adesso vedremo di cosa si tratta. La misura che nel 2023 fu introdotta in sostituzione della quota 102 del 2022, per durare un solo anno, viene adesso prolungata.

La quota 103 nel 2004 si prende nel momento in cui si completano almeno 62 anni di età ed almeno 41 anni di contributi versati. Ma di questi, almeno 35 devono essere effettivi da lavoro e quindi neutri dai contributi figurativi per disoccupazione o malattia.

Quindi, requisiti identici al 2023. Non è venuto meno il taglio dell’importo massimo della pensione fruibile con la misura. Non sarà più pari ad almeno 5 volte il trattamento minimo INPS, ma sarà pari ad almeno 4 volte questo trattamento.

Un peggioramento del tetto massimo di pensione che un lavoratore può prendere con la quota 103. Come nel 2023 anche nel 2024 la misura non consente il cumulo con redditi da lavoro diversi da quelli autonomi occasionali fino a 5.000 euro massimo per anno solare. Chi svolge un lavoro dopo aver preso la quota 10o3, rischia di decadere dal beneficio.

Ecco cosa cambia per la quota 103 nel 2024

Ricapitolando, per andare in pensione nel 2024 con la nuova quota 103 servirà:

  • raggiungere almeno 62 anni di età;
  • arrivare ad almeno 41 anni di contributi versati di cui 35 effettivi da lavoro.

La decorrenza del trattamento cambia rispetto ad oggi. Infatti si passa da 3 a 7 mesi per i lavoratori del settore privato. E da 6 a 9 mesi per i lavoratori del pubblico impiego. Resta in quest’ultimo caso l’eccezione dei lavoratori del comparto Scuola, dove i pensionamenti seguono regole e tempistiche diverse e basate non sull’anno solare ma sull’anno scolastico. Quindi, chi completa il diritto alla quota 103 a gennaio 2024, non riceverà il primo rateo di pensione a febbraio, cioè dal primo giorno del mese successivo al completamento dei requisiti, ma solo dopo 7 mesi nel privato e 9 mesi nel pubblico impiego.

Il calcolo contributivo della nuova pensione con quota 103

Infine, altra novità, e forse quella più penalizzante, la misura diventa contributiva. Addio al calcolo misto della prestazione, a meno che i requisiti non siano completati entro la fine del corrente anno. Infatti sulla misura vige la cristallizzazione del diritto, per cui, chi riesce a completare i requisiti entro il 31 dicembre, può andare in pensione con le regole di oggi, sia sull’importo della pensione che sarebbe pari a massimo 5 volte il trattamento minimo, che per le finestre e per il calcolo dell’assegno.

Ecco chi ci rimette di più dalle nuove regole di calcolo della quota 103

Tornando proprio al calcolo della prestazione, fino al 31 dicembre 2023 la misura è mista, nel senso che il trattamento è calcolato con il sistema retributivo fino al 1995 e contributivo poi. Ma per chi ha 18 o più anni di contributi accreditati già al 31 dicembre 1995, il calcolo più favorevole e retributivo si applica ai periodi fino ano 2012.

Nel 2024 invece nulla di tutto questo. Tutto il trattamento si calcola con il sistema contributivo, che proprio per chi ha carriere lunghe prima del 1996, significa perdere anche il 30% ed oltre di pensione. Oltretutto, il calcolo contributivo è perenne e non ha scadenza. Invece per il limite massimo di pensione fruibile, questo limite, imposto come detto a 4 volte il trattamento minimo, dura fino al raggiungimento dell’età pensionabile.

Il bonus contributivo può essere ancora sfruttato

Infine, non si può non parlare del cosiddetto Bonus Maroni che resta ancora attivo per la quota 103. Il Bonus contributivo che richiama ad una vecchia misura introdotta da un Governo Berlusconi con Roberto Maroni ministro del Lavoro, sarà sfruttabile per chi decide di rinviare il pensionamento nonostante i requisiti per la quota 103 sono stati completati.

In pratica, il diretto interessato può chiedere all’INPS di sfruttare l’agevolazione che consta in uno sgravio dei contributi mensili a carico del lavoratore. In termini pratici, anziché versare il 9,19% di contributi, il lavoratore li ritroverebbe come un surplus di stipendio. E recentemente la Giurisprudenza ha deciso che per i lavoratori che rientrano nella seconda fascia retributiva, il bonus sale al 10,19%, perché si ottiene lo sgravio pure dell’aliquota aggiuntiva dell’1%.

 

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