Cambia pelle la cassa integrazione salariale. La riforma degli ammortizzatori sociali, di cui la Cig è uno dei temi più importanti, è’ stata presentata dal ministro del Lavoro Andrea Orlando alle parti sociali.

La bozza di riforma, che probabilmente finirà nella legge di bilancio 2022, è basata sull’universalismo della cassa integrazione alle imprese. La pandemia ha messo a nudo tutti i difetti di un sistema farraginoso e incompleto che dal 2022 sarà diverso.

La riforma della Cassa Integrazione

Necessità primaria della riforma degli ammortizzatori sociali è quindi quella di riordinare l’accesso alla cassa integrazione.

Con lo scopo di renderla di più semplice accesso e gestione, nonché di estenderla a tutte le imprese.

In sostanza si conferma la cancellazione della cassa integrazione in deroga. Mentre si prevede l’estensione della Cig ordinaria alle imprese non coperte da ammortizzatori sociali di questo tipo e che non aderiscono a fondi di solidarietà bilaterali.

Per quanto riguarda la Cig straordinaria, la bozza di riforma prevede che la stessa possa essere chiesta anche per processi di transizione da parte di Pmi con meno di 15 dipendenti. Ci saranno due nuove causali: per prospettata cessazione d’attività e per liquidazione giudiziaria. Il contratto di solidarietà sarà esteso anche ai datori che occupano fino a 15 dipendenti.

Cig anche a piccole imprese

Di base, quindi, la cassa integrazione è estesa anche alle imprese da 1 a 15 dipendenti. Lo scopo è quello di tutelare maggiormente i lavoratori delle Pmi finora escluse dal trattamento salariale. La tutela sarà concessa anche con una minima anzianità contributiva, compresi apprendisti e lavoratori a domicilio.

Il sostegno economica sarà quindi più generoso e universale. Ma al contempo viene introdotto un meccanismo di premialità, già sperimentato quest’anno con la cassa Covid. In pratica, meno si farà ricorso gli ammortizzatori, meno il datore di lavoro dovrà pagare al Inps.

Restano confermati i Fondi di solidarietà bilaterali che copriranno anche le piccolissime imprese da 1 a 5 dipendenti.

Le imprese non coperte né dalla Cig ordinaria né dai Fondi bilaterali troveranno riparo nel Fondo di integrazione salariale (Fis) che continua dunque a erogare prestazioni in via residuale.