Indennità di disoccupazione NASPI, il quesito di una nostra lettrice:

Buonasera, le scrivo in merito all’articolo su “Investire Oggi” dove sembra che ci sia la possibilità di richiedere la disoccupazione (naspi, aspi o come si chiama ora) anche per chi ha chiuso la partita iva.
Mio marito, che ci legge in copia, dopo 15 anni di lavoro artigianale come ditta individuale ha dovuto chiudere a causa della mancanza di lavoro ed al continuo accumularsi di debiti inps, inail e imposte. In sostanza le entrate non erano sufficienti a far fronte alle uscite previste per una piccola ditta individuale.
Ci siamo recati in un patronato e ci è stato detto che assolutamente non ha diritto a nulla.
Abbiamo un figlio minore e poter ricevere un aiuto sarebbe per noi fondamentale, con una paga sola non è facile. Aggiungo che è anche difficile trovare una ricollocazione per lui in quanto è molto vicino al traguardo dei 60 anni.
Lasciamo stare poi l’aspetto psicologico legato al fallimento di un’attività alla quale ha dedicato una buona fetta della sua vita, il sistema com’è impostato adesso toglie veramente la dignità alle persone, e chi ha lavorato tutta una vita non se lo merita.
La ringrazio in anticipo per un suo gentile riscontro. Cordiali saluti.

Quando la Naspi è possibile con partita IVA?

Per dare una risposta a questa domanda, bisogna chiarire alcuni punti fondamentali in riferimento alla normativa che regola la Naspi ed esattamente la circolare l’Inps n.

94/ 2015 ha chiarito tutti gli aspetti della Naspi in vigore dal 1° maggio, tra cui anche quando è possibile fare richiesta con altre attività. Emerge che possono richiedere l’indennità di disoccupazione Naspi i lavoratori licenziati, che svolgono attività di lavoro autonomo o parasubordinato, se rispettano il limite reddituale annuo di euro 4.800.

Conclusioni

Non è possibile accedere alla NASPI con il rapporto di lavoro autonomo, nel caso specifico la ditta individuale artigiana.

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