Con l’insediamento del nuovo governo, con alla guida Giorgia Meloni, potrebbe sparire l’indennità di accompagnamento così come strutturata adesso per essere, invece, sostituita con altro strumento di tutela.

Questa cosa potrebbe essere conseguenza di quanto previsto con il disegno di legge delega sulla non autosufficienza che è stata autorizzata dal Consiglio dei Ministri uscente di Mario Draghi.

Questo significa che ora si dovrà insediare il nuovo esecutivo, il quale dovrà verificare di nuovo la legge e poi passarla al Parlamento che dovrà votarla.

Quindi, l’iter non è proprio così breve e imminente. Quindi, fino ad allora l’indennità di accompagnamento nella sua attuale veste continuerà a esistere ancora.

Cos’è l’indennità di accompagnamento

L’indennità di accompagnamento, ricordiamo, è una prestazione economica riconosciuta ai soggetti mutilati o invalidi totali. Al fine di averne diritto è necessario che per loro sia accertata l’impossibilità di deambulare senza l’aiuto di un accompagnatore, oppure l’incapacità di compiere gli atti quotidiani della vita (ad esempio cucinare, lavarsi, guidare un’auto, ecc.).

L’importo spettante può cambiare di anno in anno. Per il 2022 è di 525,17 euro mensili, corrisposti per 12 mensilità. Non spettano, invece, tredicesima e quattordicesima.

Per averla è necessario presentare domanda all’INPS (anche tramite patronato) ed è necessario anzitutto che la minorazione sia stata riconosciuta nel verbale rilasciato dall’apposita commissione medico legale al termine dell’accertamento sanitario.

I tempi di lavorazione di una domanda per l’indennità di accompagnamento da parte dell’INPS in media sono di circa 30 giorni. La prestazione decorrere, comunque, dal primo giorno del mese successivo alla presentazione della domanda stessa.

I requisiti

Volendo andare nel dettaglio dei requisiti per l’indennità di accompagnamento, per fare domanda è necessario che ci sia, congiuntamente:

  • riconoscimento dell’inabilità totale e permanente (100%)
  • riconoscimento dell’impossibilità a deambulare autonomamente senza l’aiuto permanente di un accompagnatore
  • riconoscimento dell’impossibilità a compiere autonomamente gli atti quotidiani della vita senza un’assistenza continua
  • residenza stabile e abituale sul territorio nazionale
  • cittadinanza italiana
  • per i cittadini stranieri comunitari: iscrizione all’anagrafe del comune di residenza
  • per i cittadini stranieri extracomunitari: permesso di soggiorno di almeno un anno.

Non sono dunque, previsti requisiti riferiti all’età anagrafica e requisiti di reddito.

Come potrebbe cambiare l’indennità di accompagnamento

Laddove il nuovo governo Meloni dia il via libera alla legge delega sulla non autosufficienza e il Parlamento successivamente approvi il provvedimento, il rischio è che l’attuale forma dell’indennità di accompagnamento potrebbe essere sostituita con un nuovo strumento di tutela chiamata “Prestazione universale per la non autosufficienza”.

Una formula che metterebbe il richiedente nella posizione di dover scegliere tra una “prestazione di tipo economico” oppure una “prestazione di tipo assistenziale”.

La legge delega, infatti, prevede il riconoscimento del diritto delle persone anziane e delle persone non autosufficienti alla continuità di vita e di cure presso il proprio domicilio.