“Quanto costano 250 euro di pensione?”. Può sembrare una domanda strana ma riguarda molti italiani: stiamo parlando degli incapienti che non possono risultare come familiari a carico. Questi ultimi non possono detrarre o far detrarre in nessun modo le spese fatte? Facciamo chiarezza prendendo spunto dalla lettera che, in vista della scadenza del 730, ci ha inviato un nostro lettore: “da gennaio mia moglie ha iniziato a percepire 250 euro al mese di pensione; mi chiedevo se, superando la soglia massima di 2.840 euro per essere considerati familiari a carico ma essendo lei incapiente, dal prossimo anno non avremo alcun modo di recuperare le spese a suo nome.

Tutte le detrazioni fiscali che la riguardano andranno perse? Penso ad esempio alla sua quota del mutuo casa… mi sembra un paradosso assurdo!”.

Quanti sono gli incapienti in Italia

Quello degli incapienti in Italia è un fenomeno tutt’altro che marginale. Secondo gli ultimi dati raccolti dal Dipartimento delle Finanze, sulla base delle dichiarazioni dei redditi presentate nel 2016 e nel 2017, sono oltre 7,73 i milioni di contribuenti italiani “incapienti”, per i quali l’IRPEF dovuta viene azzerata per effetto delle detrazioni; e di questi ultimi, più di 3,12 milioni non riescono ad usufruire, o possono farlo solo in misura parziale, neppure delle detrazioni per carichi di famiglia.
E questo purtroppo è il caso del nostro lettore: da un lato la moglie, essendo incapiente, non può portare in detrazione le spese, dall’altro il suo reddito personale supera la soglia per essere considerata fiscalmente a carico e quindi la possibilità di detrazione è negata anche al marito.

Ne ha parlato anche il Presidente Massimo Miani: “Anche quest’anno la campagna della dichiarazione dei redditi, avviata con la messa a disposizione dei dati per la “precompilata”, vede nuove detrazioni per oneri e spese che si affiancano alle numerose già esistenti, ma quello degli “incapienti” rimane un nodo non affrontato. Il vero tema è quello dei carichi familiari: è logico che le detrazioni per redditi di lavoro abbiano al massimo il compito di azzerare l’imposta dovuta, così come è ragionevole che le detrazioni per oneri e spese facciano altrettanto. Dove invitiamo a una riflessione, sono i carichi di famiglia: per questo tipo di situazione l’“incapienza” non appare né logica né ragionevole e forse sarebbe opportuno concentrare e rafforzare l’aiuto al “fattore famiglia” sul versante dei trasferimenti, come per il meccanismo degli assegni al nucleo familiare, piuttosto che su quello delle detrazioni d’imposta“.

Familiari non a carico: quali detrazioni fiscali sono ammesse?

Abbiamo già visto più volte che dal 2019, per effetto della Legge di Bilancio 2018, il limite di reddito per essere considerati figli a carico salirà a 4.000 euro fino a 24 anni (2.840,51 euro dai 25 anni in su).

La normativa italiana ha ammesso in alcuni casi eccezionali la possibilità di portare in detrazione anche le spese sanitarie sostenute per familiari non a carico. Più nello specifico questa possibilità è ammessa solo per patologie esenti (detrazione massima euro 6.197,48 con franchigia di 129,11 euro). Ai fini della detrazione delle spese sanitarie di familiare non a carico per patologie esenti occorre presentare certificazione ASL attestante la patologia con indicazione di eventuale codice numerico identificativo, certificato medico attestante il collegamento tra le spese e la patologia, autocertificazione del soggetto affetto da patologia che confermi l’esonero dalla dichiarazione dei redditi e tutte le fatture o ricevute e scontrini fiscali validi come prova della spesa sostenuta per il familiare non a carico.