Oggi parliamo di Quota 41 per disoccupati cercando di capire bene quali sono i requisiti di accesso e come evitare di fare passi falsi e vedere sfumare l’assegno. Per il lavoro usurante, la domanda di certificazione del diritto alla pensione per chi completa i requisiti nel 2025 va presentata entro il prossimo primo maggio. Invece per i precoci che intendono prendere la Quota 41 e che maturano i requisiti per la pensione nel 2025, non devono correre. Infatti come è accaduto nel 2024, le domande di certificazione vanno presentate entro il 1° marzo dello stesso anno di perfezionamento dei requisiti.

La pensione in regime lavoro usurante è confermata anche nel 2025. Anche la Quota 41 precoci resterà attiva come già previsto l’anno prossimo. E il fatto che il Governo sta avendo notevoli difficoltà per quanto concerne la riforma delle pensioni, lascia presupporre che nulla verrà toccato sulla Quota 41 per i precoci. Quindi, programmare l’uscita con questa misura è fattibile.

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Per i disoccupati bisogna prestare attenzione ad alcune particolarità. Perché si tratta di una delle categorie a cui è destinata la misura ma con alcuni requisiti aggiuntivi da centrare. E soprattutto, perché i contributi previdenziali da disoccupazione non sempre sono utili.

“Gentile redazione, sono un vostro assiduo lettore e volevo un parere da parte vostra per quanto riguarda la mia possibilità di andare in pensione con la Quota 41 per i precoci nel 2025. Perché punto alla pensione dopo aver finito di percepire la NASPI. Dal momento che ho perso il mio lavoro a marzo, ho presentato la domanda di NASPI. La mia indennità per disoccupati scadrà a settembre del 2025. In pratica fino a quella data sono coperto dalla disoccupazione ma poi vorrei presentare la domanda di Quota 41. So che bisogna presentare prima la domanda di certificazione. Ma non ho capito bene se devo farlo entro il prossimo primo maggio o meno.

Anche perché non sono convinto che la mia situazione sia idonea per poter prendere questa prestazione. Infatti oggi non ho ancora 41 anni di contributi versati come la misura prevede. I 41 anni li maturo dopo aver terminato di percepire la NASPI, usando i suoi figurativi. Secondo voi questi ultimi mesi di NASPI valgono per raggiungere i 41 anni di contributi? Se così non fosse non riuscirei ad accedere alla pensione.”

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I lavoratori precoci sono quelli che hanno versato almeno 52 settimane di contributi prima del compimento dei 19 anni di età. Con il Decreto Legge n. 4 del 2019, c’è stato lo stop all’adeguamento dei requisiti per le pensioni all’aspettativa di vita. E questo fino al 2026. Questo significa che i requisiti per la Quota 41 per i precoci resteranno invariati anche nel 2025. La domanda di certificazione, rispondendo al nostro lettore, non deve essere prodotta subito entro il primo maggio prossimo. Questo obbligo è per chi rientra nello scivolo usuranti. Il nostro lettore dovrà presentare domanda di certificazione entro il 1° marzo 2025. E gli consigliamo di farlo perché solo in questo modo avrà la certezza di poter andare in pensione con questa misura. Soprattutto lui che è disoccupato. Infatti la misura è appannaggio di chi termina di percepire la NASPI presa dopo aver perso involontariamente il lavoro. Ma non sempre i contributi della disoccupazione servono a raggiungere i requisiti per la Quota 41.

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La quota 41 per i lavoratori precoci come disoccupati, prevede che sia necessario prendere la NASPI prima della domanda di pensione. Anzi, la NASPI deve essere stata percepita interamente e deve essere terminata da almeno tre mesi prima di presentare domanda di pensione. Detto questo, per quanto riguarda la bontà dei contributi figurativi della disoccupazione per la Quota 41 come precoce, bisogna considerare che raggiungere semplicemente 41 anni di versamenti non basta.

Bisogna anche averne 35 effettivi da lavoro e soprattutto bisogna aver versato le 52 settimane di contribuzione (un anno), anche discontinuamente, prima dei 19 anni di età. Proprio la contribuzione figurativa da disoccupazione è il fattore che non permette di andare in pensione a chi non completa i 35 anni di contributi effettivi. Infatti dei 35 anni effettivi vanno esclusi proprio i contributi figurativi da disoccupazione (ma anche quelli da malattia).

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