In attesa della tanto attesa riforma delle pensioni, con le nuove misure che saranno varate (ma è ancora tutto in alto mare) nel 2024 o entro la fine dei 5 anni del Governo Meloni, c’è chi può considerarsi sicuro nuovo pensionato nel 2024. Perché ci sono misure oramai strutturali, che resteranno in vigore anche l’anno venturo sicuramente. E che hanno congelati già i requisiti per l’accesso, che restano i medesimi del 2023. Sono da considerare fortunati questi lavoratori? probabilmente si, anche se va detto che parliamo di lavoratori che o raggiungono la giusta e prevista età anagrafica, o che raggiungono la carriera contributiva utile.

“Salve, sono Andrea, lavoratore dipendente che ormai sta per raggiungere i 43 anni di contributi. Credo che già a gennaio 2024, o al massimo a marzo (ho due mesi di contributi che devo meglio verificare come utili), completo i 42 anni e 10 mesi della pensione anticipata. Secondo voi non esistono problemi da questo punto di vista? Ho il timore che qualcosa alla fine cambi e mi escluda dalla pensione.”

“Buongiorno, mi chiamo Paolo e vi chiedo se nel 2024 è già confermata la pensione di vecchiaia a 67 anni. Perché ho 25 anni di contributi e compio a giugno 2024, 67 anni. Sento parlare di limiti di importo della pensione, contributi non utili e così via. Secondo voi posso ritenermi ormai a un passo dalla pensione o no?”

Le pensioni nel 2024, ecco le misure certe

Dire ad un lavoratore, come lo sono i due lettori, che sicuramente andrà in pensione nel 2024, è esercizio azzardato senza avere tra le mani l’estratto conto dei contributi dell’uno o dell’altro e senza avere chiara la situazione contributiva di entrambi. Fidandoci di ciò che loro asseriscono, possiamo dire che hanno concrete possibilità di pensionamento l’anno venturo. Perché entrambi puntano su misure strutturali. E parliamo di misure che non scadranno nel 2024, perché fanno parte in pianta stabile delle misure previdenziali del sistema nostrano.

La pensione anticipata e la pensione di vecchiaia vengono definite ordinarie proprio perché sono parte integrante del nostro sistema previdenziale.

Addirittura c’è chi le considera le due misure pilastro del sistema. Per tutte e due le misure, nulla cambierà nel 2024. Perché anche i requisiti di accesso alle pensioni di vecchiaia ordinarie ed alle pensioni anticipate ordinarie resteranno invariati e identici ad oggi.

La pensione di vecchiaia 2024

Nulla cambierà per le pensioni di vecchiaia. Potranno andare in pensione nel 2024 quanti si trovano ad aver completato:

  • 67 anni di età;
  • almeno 20 anni di contributi.

Per i contributi sono utili tutti quelli a qualsiasi titolo versati. E non ci sono distinzioni di genere e di lavoro svolto. L’unica condizione aggiuntiva è quella che il primo contributo versato deve essere antecedente il 1996. Questo non vuol dire che chi ha iniziato a lavorare dopo il 1995, non può andare in pensione con 67 anni di età e con 20 anni di contributi. Perché tale opportunità è ammessa anche per loro.

L’unica differenza è che questi devono completare un requisito aggiuntivo che è quello dell’importo della pensione. La pensione di vecchiaia per chi ha iniziato a lavorare dopo il 31 dicembre 1995, può essere centrata solo con un assegno alla data di decorrenza, pari o superiore a 755 euro al mese (o forse di più, per via dell’adeguamento dell’assegno sociale al tasso di inflazione). Ovvero pari o superiore a 1,5 volte l’assegno sociale, che per il 2023 è di 503 euro.

La pensione anticipata ordinaria nel 2024

La pensione anticipata ordinaria è una delle opzioni per andare in pensione prima dell’età prevista dalla legge Fornero, che è quella citata prima per le pensioni di vecchiaia, ovvero i 67 anni. La misura prescinde dall’età anagrafica e si basa solo sui contributi versati. E per il 2024 la soglia contributiva da raggiungere resterà sempre quella valida anche nel 2023, cioè 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne.

Rispetto al trattamento di vecchiaia, c’è da fare i conti con i 3 mesi di finestra.

Significa che la pensione di vecchiaia si prende a partire dal primo giorno del mese successivo a quello del perfezionamento dei 67 anni di età e dei 20 anni di contributi. La pensione anticipata invece parte decorsi tre mesi dalla data di completamento dei 42,10 o 41,10 anni di contributi.

Occhio ai contributi effettivi presenti nell’estratto conto

La pensione anticipata ordinaria quindi, non presenta particolari vincoli se non quello della giusta carriera contributiva. Ma c’è da prestare attenzione ad un requisito assai particolare che riguarda proprio la carriera. Infatti è vero che bastano 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. Ma è altrettanto vero che per tutti, 35 anni di contributi devono essere effettivi. Significa che non vanno considerati per i 35 anni, i periodi coperti da contribuzione figurativa da indennità INPS.

Parliamo sostanzialmente dei contributi figurativi che l’INPS “regala” ai contribuenti, nei periodi di disoccupazione e malattia. Sono periodi che sono utili al calcolo della pensione, ma che se finiscono con l’entrare anche nei 35 anni (superando i 7 anni e 10 mesi per gli uomini o i 6 anni e 10 mesi per le donne), bloccano la possibilità di pensionamento.