Se la quota 103 è penalizzante, come tutti sanno dopo la recente proroga nella Legge di Bilancio della misura, anche andare in pensione con l’Ape sociale non è da meno. Alcune limitazioni della misura infatti andrebbero meglio considerate da chi si accinge a volerla sfruttare perché ha raggiunto i requisiti.

Per esempio, a un nostro lettore che ci chiede dell’Ape sociale come calcolo della pensione, dobbiamo dire che pur non essendoci tagli lineari di assegno o ricalcoli contributivi particolarmente penalizzanti, qualcosa che rischia di penalizzare esiste lo stesso.

“Buonasera, sono un caregiver che da sempre vive con la madre disabile grave. In pratica, assisto costantemente mia madre, da quando gli è stata diagnosticata una patologia degenerativa non curabile. Lavoro come tuttofare in un grande magazzino merci. Ho compiuto a gennaio 63 anni di età e quindi con 32 anni di contributi tra qualche mese dovrei riuscire a raggiungere i requisiti necessari per l’Ape sociale. Ho solo un dubbio. Il calcolo della pensione è penalizzante se scelgo di anticipare la pensione con questa misura?”

In pensione nel 2024 a 63 anni? Si può, ma ci sono molti limiti da considerare

Il nostro lettore dovrebbe maturare il diritto all’Ape sociale come caregiver a maggio prossimo, ovvero al compimento dei 63 anni e 5 mesi di età. Infatti il governo ha prorogato la misura, ma portando l’età minima da 63 a 63 anni e 5 mesi. Per quanto riguarda i contributi invece, il lettore ne ha a sufficienza, visto che per i caregiver bastano 30 anni di versamenti.

Infatti solo per i lavori gravosi serve arrivare a 36 anni di contribuzione. Anche disoccupati e invalidi possono sfruttare la misura nel 2024 con 30 anni di contributi. Il nostro lettore inoltre, può vantare anche i 6 mesi di assistenza e convivenza con il parente disabile che è l’ulteriore requisito che l’Ape sociale prevede per la misura.

Pensione con l’Ape sociale, ecco come fare nel 2024

Per quanto riguarda le regole di calcolo della pensione, che preoccupano il nostro lettore, possiamo tranquillizzarlo.

Infatti ciò che è successo alla quota 103, che dal 2024 è diventata una misura contributiva come calcolo dell’assegno, non è successo all’Ape sociale.

La misura infatti come in passato prevede il calcolo misto della prestazione. In pratica, per tutti i periodi di lavoro prestati fino al 31 dicembre 1995, si applica il calcolo retributivo. Per quelli successivi si applica il temuto e penalizzante calcolo contributivo. Se però ha maturato almeno 18 anni di contributi, il calcolo più favorevole passa da essere applicato fino al 31 dicembre 1995, a essere applicato al 31 dicembre 2012.

In pratica, con l’Ape sociale si applicano le stesse regole di qualsiasi altra prestazione pensionistica non contributiva, come anche per le pensioni anticipate ordinarie o per le pensioni di vecchiaia classiche.

Come viene calcolato l’assegno dell’Ape sociale 2024

Va detto però che uscire prima dal lavoro comporta due differenti penalizzazioni che però non appartengono esclusivamente all’Ape sociale. Infatti il nostro lettore se interrompe a 32 anni la carriera lavorativa andando in pensione a 63 anni e 5 mesi, prenderà di meno rispetto a una carriera proseguita fino a 67 anni di età. Perché verranno meno i 3 anni e 7 mesi di contributi ulteriori che avrebbe versato continuando a lavorare.

Inoltre i coefficienti di trasformazione validi nel 2024, che sono gli stessi del 2023, lo penalizzano ulteriormente come per qualsiasi altra misura. Il coefficiente di trasformazione non è altro che quel parametro con cui si moltiplica il montante contributivo alla data del pensionamento. E da cui esce fuori la pensione annuale spettante (diviso 13 mesi ecco uscire la pensione mensile).

I coefficienti funzionano in maniera tale che sono tanto meno favorevoli al pensionato come calcolo del trattamento, quanto più giovani si esce dal lavoro. Nel caso del nostro lettore andare in pensione a 63 anni significa sfruttare il coefficiente 5,028%.

A 67 anni invece, avrebbe diritto al coefficiente 5,723% (ma valido oggi, in futuro potrebbe variare).

Tutte le limitazioni della pensione con l’Anticipo

Il fatto che si esca prima dal lavoro quindi è sempre penalizzante, a prescindere che una misura abbia nella sua struttura normativa penalizzazioni e tagli predeterminati. Ma sull’Ape sociale occorre argomentare anche le altre penalizzazioni che ci sono, perché non sono poche. Basti pensare che la misura non può in nessun caso essere superiore a 1.500 euro.

Inoltre non si indicizza al tasso di inflazione annualmente. Significa che per tutta la durata dell’anticipo, ovvero fino al compimento dei 67 anni di età è identica a quanto è all’inizio. L’Ape sociale inoltre non prevede maggiorazioni sociali, integrazioni, assegni familiari e tredicesima mensilità.

Infine la prestazione non è reversibile a causa del prematuro decesso del pensionato. Al compimento dei 67 anni di età la prestazione cessa di essere erogata. Infatti decade e l’interessato deve presentare domanda di pensione di vecchiaia ordinaria.