“Nessuno può tornare indietro, ma tutti possono andare avanti. Per seguitare nel cammino, domani, al levare del sole, sarà sufficiente dire: “Vivrò questo giorno come se fosse il primo della mia vita“”, affermava Paulo Coelho. Il passato è il nostro miglior insegnante. Le esperienze vissute sulla propria pelle, infatti, segnano inevitabilmente la nostra vita e il modo di approcciarsi alle varie situazioni. Proprio basandosi su quanto già successo è possibile cercare di affrontare al meglio il futuro.

Lo sanno bene i governi delle varie nazioni che, partendo dagli errori del passato, sono costantemente al lavoro per mettere in atto delle misure a sostegno dei cittadini.

Tra queste si annovera la pensione che si rivela essere un importante traguardo per ogni contribuente. A tal proposito, chi può accedere al trattamento pensionistico nell’anno in corso pur avendo meno di vent’anni di contributi? Ecco come funziona.

Chi può andare in pensione (ancora nel 2023) con meno di 20 anni di contributi e come

In base alla normativa vigente è possibile accedere alla pensione di vecchiaia all’età di 67 anni a patto di aver maturato almeno venti anni di contributi. Non mancano comunque le eccezioni. In determinati casi, infatti, si può uscire dal mondo del lavoro dopo aver maturato 15 anni di contributi. Questo è possibile grazie alle tre deroghe previste dalla Legge Amato. Entrando nei dettagli, come ricordato dall’Inps con la circolare numero 16 dell’1 febbraio 2013, possono andare in pensione con 15 anni di contributi:

“a) Lavoratori che al 31 dicembre 1992 hanno maturato i requisiti di assicurazione e di contribuzione previsti dalla normativa previgente. […]Ai fini della maturazione dei requisiti in parola, sono utili tutti i contributi (obbligatori, figurativi, volontari, da riscatto e da ricongiunzione) riferiti temporalmente a periodi anteriori al 1 gennaio 1993. I contributi figurativi, da riscatto e da ricongiunzione riferiti a periodi che si collocano entro il 31 dicembre 1992 devono essere valutati anche se riconosciuti a seguito di domanda successiva a tale data.

b) Lavoratori ammessi alla prosecuzione volontaria in data anteriore al 31 dicembre 1992″

c) Lavoratori dipendenti che possono far valere un’anzianità assicurativa di almeno 25 anni e risultano occupati per almeno 10 anni per periodi di durata inferiore a 52 settimane nell’anno solare”.

Accesso al trattamento pensionistico con soli 5 anni di contributi: chi ne ha diritto

Oltre alle deroghe poc’anzi citate, vi è un altro caso in cui è possibile andare in pensione con meno di venti anni di contributi.

Si tratta della cosiddetta pensione di vecchiaia contributiva che permette di accedere al trattamento pensionistico con soli cinque anni di contributi. In tal caso, però, non è sufficiente avere 67 anni. Bisogna invece avere almeno 71 anni e rientrare nel sistema contributivo puro. Ovvero bisogna aver versato i propri contributi a partire dal 1996. La pensione di vecchiaia contributiva, pertanto, si rivela essere la soluzione giusta per chi ha maturato pochi anni di contributi. In caso di dubbi, comunque, si consiglia di rivolgersi ad un esperto del settore, come Caf o patronato, per ottenere informazioni dettagliate in merito e sapere quando e in che modo effettivamente è possibile andare in pensione in base alla propria situazione personale.