Andare in pensione lasciando il lavoro senza rimpianti è il desiderio di molti. Ma a che età è possibile? E, soprattutto, quanti contributi previdenziali versati servono per il ritiro dal lavoro? Al riguardo c’è da dire che attualmente, per il 2022, c’è davvero a disposizione un ampio ventaglio di opzioni. Aspettando la riforma strutturale della previdenza pubblica. Che è attesa a partire dal 2023 così come è riportato in questo articolo.

Detto questo, si può andare in pensione lasciando il lavoro senza rimpianti già a partire dai 58 anni di età.

E fino ad arrivare, con almeno 20 anni di contributi previdenziali obbligatori versati, ai 67 anni di età. Ovverosia, quelli che sono richiesti per la prestazione INPS di vecchiaia.

In pensione lasciando il lavoro senza rimpianti, a che età e con quanti contributi previdenziali versati?

Nel dettaglio, le lavoratrici dipendenti possono andare in pensione lasciando il lavoro senza rimpianti già a 58 anni di età. E con 35 anni di contributi previdenziali obbligatori versati grazie ad Opzione Donna 2022. Requisito anagrafico che sale a 59 anni di età, invece, per le lavoratrici autonome sempre con la misura Opzione Donna.

A 63 anni di età, invece, si va in pensione lasciando il lavoro senza rimpianti con l’Ape Sociale. Ovverosia, con l’anticipo pensionistico finanziato dallo Stato italiano che, con 30 o con 36 anni di contributi, è accessibile da parte  di categorie ben precise. Ovverosia, i caregiver, gli invalidi ed i disoccupati. Nonché i lavoratori addetti in mansioni gravose.

A che età e con quanti contributi il ritiro dal lavoro con la Quota 102?

Per andare in pensione lasciando il lavoro senza rimpianti, con il sistema delle quote, per quest’anno c’è inoltre la Quota 102. Un’opzione di uscita anticipata dal lavoro che è esercitabile con il requisito anagrafico dei 64 anni di età. E con 38 anni di contributi previdenziali obbligatori versati.