Quello di andare in pensione con la Quota 41, a partire dal prossimo anno, è un sogno che diventa miraggio. E questo perché nell’odierno incontro Governo-Sindacati, su questa proposta, non ci sarebbe stata alcuna apertura. Proprio da parte dell’Esecutivo che è guidato dal presidente del Consiglio Mario Draghi.

Quella di andare in pensione con la Quota 41 a partire dal prossimo anno, infatti, è una delle proposte formulate dai Sindacati. Ovverosia, da Cgil, Cisl e Uil al tavolo di confronto con il Governo italiano.

Per la precisione, i tavoli tematici sono tre. Ovverosia, quello sulla flessibilità in uscita. Quello sul rilancio della previdenza complementare. E quello sulle pensioni dei giovani e delle donne.

In pensione con la Quota 41 a partire dal prossimo anno. Un sogno che diventa miraggio

In particolare, piuttosto che in pensione con la Quota 41 dal prossimo anno, il Governo nell’incontro odierno ha proposto la sua ricetta. Ovverosia, quella della flessibilità in uscita con il ricalcolo dell’assegno con il contributivo. Una proposta che non piace.

E che, di conseguenza, è stata sostanzialmente rispedita al mittente da parte dei Sindacati di Cgil, Cisl e Uil. Così come è riportato in questo articolo. Ed allora, per andare in pensione con la Quota 41 dal prossimo anno è sfumato tutto? Probabilmente sì. Anche perché è noto che una misura di questo tipo sarebbe troppo costosa per le casse dello Stato.

Tra sogno e miraggio, ecco come funziona il ritiro dal lavoro senza requisiti di età da rispettare

Quella di andare in pensione con la Quota 41 è la misura ipotetica di ritiro dal lavoro senza alcun vincolo di età da rispettare. Perché ad oggi esiste la Quota 41, ma riservata solo per i lavoratori precoci. Quelli che, nel rispetto degli altri requisiti previsti e richiesti, hanno maturato almeno 1 anno di contribuzione prima del compimento dei 19 anni di età.