Andare in pensione a 63 anni nel 2022. Ma come? Si rispolvera la proposta Damiano? Si tratta infatti di domande che meritano tutte una risposta. In quanto la fine di quota 100 è vicina. Il triennio sperimentale, infatti, si concluderà il prossimo 31 dicembre del 2021. Ed ormai sembra essere assodato che dal 2022 non basteranno più i 62 anni di età. Con i 38 anni di contributi versati previsti dall’attuale quota 100.

In pensione a 63 anni nel 2022 è una delle tante ipotesi sul tavolo, ma come? Ovverosia, quali dovrebbero essere gli altri requisiti da rispettare? Si rispolvera così la proposta Damiano? Al riguardo, per andare oltre l’attuale quota 100, potrebbero essere introdotti due nuovi meccanismi di pensionamento anticipato.

In pensione a 63 anni nel 2022. Ma come? Si rispolvera la proposta Damiano?

Ovverosia, andare in pensione a 63 anni nel 2022, o al più con il requisito anagrafico dei 64 anni. Ma solo applicando il regime contributivo. Quindi, con il calcolo della pensione solo per la parte legata ai contributi previdenziali obbligatori effettivamente versati.

Una misura che, pur restando nel campo delle ipotesi, potrebbe essere affiancata da una nuova quota 100. Ovverosia, addio alla formula 62+38 per andare in pensione a 63 anni o prima nel 2022. Ma una nuova quota 100 con 64 anni di età e con 36 anni di anzianità contributiva.

Riforma della previdenza pubblica per evitare lo scalone della Fornero

Andare in pensione a 63 anni nel 2022, o al più un anno dopo, quindi, potrebbe essere ancora possibile. Anche perché l’alternativa peggiore è quella del requisito anagrafico obbligatorio a 67 anni di età. Con l’eventuale ritorno in auge dello scalone della riforma Fornero.

Per andare in pensione a 63 anni nel 2022, ed anche qualche anno prima, resta fredda invece la pista della quota 41 pura. Una proposta che, formulata dai sindacati, difficilmente potrà essere accolta dal Governo italiano. A causa degli elevati costi per le casse dello Stato. Con la quota 41 pura, in particolare, si andrebbe in pensione sempre con 41 anni di contributi previdenziali versati.

Indipendentemente dall’età di uscita dal lavoro.