Per andare in pensione a 50 anni di età c’è una possibilità che esiste ancora. Anzi, e per la precisione, ne esistono ben 4. Dalla pensione anticipata ordinaria, senza requisiti anagrafici, alla Quota 41 per i lavoratori precoci. E passando per il versamento dei contributi volontari. Oppure andare a riscattare i periodi che non sono coperti dalla contribuzione obbligatoria.

Per andare in pensione a 50 anni di età, quindi, occorre aver iniziato a lavorare da giovani. Nonché essere privi di buchi contributivi. Oppure, come sopra detto, è possibile ritirarsi dal lavoro in giovane età mettendo mani al portafoglio tra il versamento dei contributi volontari.

E quelli invece necessari, ad esempio, per andare a riscattare gli anni di laurea. Così come è riportato in questo articolo.

In pensione a 50 anni di età, una possibilità che esiste ancora. Anzi ne esistono ben 4

Nel dettaglio, soffermandoci sulle prime due possibilità per andare in pensione a 50 anni di età, l’anticipata ordinaria e la Quota 41 precoci sono accomunate dal fatto che non ci sono vincoli di età da rispettare.

In particolare, con l’anticipata ordinaria è possibile andare in pensione non a 50 anni, ma sotto i 60, con 42 anni e 10 mesi di contributi previdenziali versati per gli uomini. Mentre per le donne il requisito contributivo è più basso di 12 mesi. E quindi con 41 anni e 10 mesi di contributi previdenziali versati.

Una possibilità per il ritiro dal lavoro con 41 anni di contributi previdenziali versati

Invece, per andare in pensione sopra i 50 anni, ma sotto i 60 con la Quota 41 precoci, servono 41 anni di contributi previdenziali versati. Ma con il vincolo stringente di aver maturato contribuzione in giovane età. Precisamente, almeno un anno di contribuzione maturata prima del compimento del 19esimo anno di età.