Questa volta il MEF (Ministero Economia e Finanze) si muove di anticipo. Lo scorso anno, il decreto di aggiornamento dei coefficienti di calcolo per l’IMU fabbricati categoria D arrivò quasi a ridosso della scadenza dell’acconto del 16 giugno 2022. Parliamo del Decreto 9 maggio 2022.

Per il 2023, invece, l’aggiornamento è già arrivato ed è contenuto nel Decreto Ministeriale del 13 febbraio 2023, pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 49 del 27 febbraio 2023.

La base imponibile IMU

Ricordiamo che per i fabbricati classificabili nel gruppo catastale D, non iscritti in catasto, interamente posseduti da imprese e distintamente contabilizzati, fino al momento della richiesta dell’attribuzione della rendita, la base imponibile IMU è determinata in maniere particolare.

Mentre, infatti, ad esempio, la base imponibile IMU di un fabbricato di categoria A/2 si ottiene rivalutando la rendita catastale del 5% e poi moltiplicando il risultato per un coefficiente, per quelli di categoria D privi di rendita, la base imponibile IMU è determinata

alla data di inizio di ciascun anno solare ovvero, se successiva, alla data di acquisizione, sulla base delle scritture contabili, applicando dei coefficienti da aggiornare con decreto del Ministero dell’economia e delle finanze.

Il valore su cui applicare i coefficienti è dato dall’ammontare, al lordo delle quote di ammortamento, che risulta dalle scritture contabili.

IMU fabbricati categoria D, i coefficienti aggiornati

I predetti coefficienti per il calcolo IMU fabbricati categoria D sono aggiornati, dunque, ogni anno con decreto del Ministro delle finanze. Ecco, quelli aggiornati fino l’anno d’imposta 2023 (per sintesi riportiamo quelli dal 2010 in poi):

  • anno 2023 = 1,12;
  • anno 2022 = 1,25;
  • anno 2021 = 1,30;
  • anno 2020 = 1,31;
  • anno 2019 = 1,32;
  • anno 2018 = 1,34;
  • anno 2017 = 1,34;
  • anno 2016 = 1,35;
  • anno 2015 = 1,35;
  • anno 2014 = 1,35;
  • anno 2013 = 1,36;
  • anno 2012 = 1,39;
  • anno 2011 = 1,43;
  • anno 2010 = 1,45.

Per conoscere tutti i coefficienti anche prima del 2010 si rimanda al DM 13 febbraio 2023.

L’IMU fabbricati categoria D non è tutta del comune

A differenza dell’imposta che si paga per gli altri fabbricati (il cui gettito finisce tutto nelle casse del comune), ricordiamo che l’IMU fabbricati categoria D privi di rendita finisce in parte nelle casse dello Stato ed in parte in quelle del comune.

Questo implica che quando il contribuente deve pagare, nel modello di pagamento IMU 2023 dovrà indicare due codici tributo diversi.

Nelle casse dello Sato ci finisce il gettito dell’imposta calcolato ad aliquota dello 0,76%. Bisogna però considerare che la legge (comma 753 Legge di bilancio 2020), stabilisce per tali immobili un’l’aliquota IMU di base è pari allo 0,86%, con possibilità per i comuni di aumentarla sino a 1,06% o di diminuirla fino al limite dello 0,76%. Ne consegue che se ad esempio, l’aliquota è allo 0,76% tutti il getto dovrà finire nella casse dello Stato. Se, invece, ad esempio, il comune stabilisce un’aliquota dello 0,96%, allora 0,76% finisce allo Stato e 0,2% al comune.