Quando si parla di Imu e Tasi non pagati, non bisogna pensare solo ai cittadini privati proprietari di casa. I Comuni possono intervenire anche sulle licenze di bar e altre attività commerciali se l’esercente evade le tasse locali. Ecco dove la regola è già in essere e dove sarà introdotta a breve.

Imu e Tasi a Roma: nuovo regolamento per bar e negozi

Il Campidoglio “dà la sveglia” ai bar di Roma, e non con il caffè ma con il nuovo regolamento che si estende anche ad attività commerciali e ricettive in genere.

Chi non paga imposte locali, multe e tassa di soggiorno dovrà abbassare la saracinesca. La licenza viene sospesa e sarà impossibile anche vendere l’attività finché la situazione non sarà regolarizzata con il pagamento degli arretrati. Pugno duro quindi per chi non paga Imu e Tasi etc. Si legge chiaramente e senza troppi margini interpretativi, all’articolo 21 comma 4 del nuovo Regolamento generale delle entrate a firma dell’assessore al Bilancio Gianni Lemmetti, approvato in Aula lo scorso 10 settembre, “Il rilascio e il rinnovo di licenze, autorizzazioni, concessioni, la ricezione di segnalazioni certificate di inizio attività, inerenti attività commerciali o produttive, nonché la permanenza in esercizio, sono subordinati alla verifica della regolarità del pagamento o riversamento dei tributi locali da parte dei soggetti richiedenti”. Non solo: l’esercente evasore non potrà neppure cambiare l’insegna o occupare il suolo pubblico con i tavoli del locale o le tende; il Comune ha tenuto a precisare che la volontà è quella di sanzionare gli evasori e non di mettere ancor più in difficoltà i commercianti onesti vessati dalle tasse. Per questi ultimi sono previsti piani di rientro rateizzati. Il regolamento cerca di mettere una toppa ad una piaga della città: il Comune di Roma è tra quelli con una capacità di riscossione più bassa d’Italia, ferma al 40% nel 2018.
A breve il nuovo Regolamento potrebbe essere stampato su carta e consegnato, a mo di opuscolo informativo, agli esercenti romani insieme al bollettino per il pagamento di Imu e Tasi.

Chi non paga Imu o Tasi deve chiudere l’attività: non solo a Roma

L’esempio di Roma potrebbe essere stato di ispirazione in altri Comuni, da Nord a Sud. A Brescia la Loggia punta dritto in questa direzione: lo ha confermato l’assessore al Bilancio Fabio Capra, pur essendosi reso disponibile ad incontrare le associazioni di categoria Confesercenti, Confcommercio, Associazione degli artigiani.

Anche a Rimini, grazie anche all’esempio dei Comuni limitrofi, è stata scelta la strada del regolamento, che è ben più vincolante rispetto ad una semplice lettera di intenti. Anche in questo caso l’iter di applicazione delle sanzioni conferma la volontà di punire chi evade e non i commercianti onesti in difficoltà con i pagamenti. Il Regolamento colpisce chi accumula una somma superiore a mille euro di tributi non pagati nell’arco dell’anno. Nel mirino gli evasori recidivi e chi ha in arretrato bollettini per diversi tipi di tributi. L’iter prevede un primo avviso bonario che concede 30 giorni di tempo per mettersi in regola (anche eventualmente rateizzando le scadenze); il secondo step, dopo il trentesimo giorno, determina la sospensione della licenza per un periodo massimo di 90 giorni; ultimo gradino la revoca della licenza.