L’IMU, come noto è un tributo di competenza comunale. Il gettito che ne deriva finisce nella casse del comune dove s trovano gli immobili soggetti all’imposta. Potrebbe accadere che il contribuente versi un importo maggiore a quello dovuto oppure paghi il tributo laddove in realtà c’è esenzione. In tali casi sorge un credito verso il comune stesso. L’IMU a credito può essere chiesta certamente a rimborso.

E’ possibile anche utilizzare in compensazione il credito IMU per versare altri tributi?

Per rispondere alla domanda è necessario rifarsi allo schema di regolamento IMU, che ogni comune è chiamato a recepire.

Come si paga il tributo

Innanzitutto, ricordiamo che il presupposto IMU è il possesso di immobili. Il tributo si paga in acconto e saldo.

L’acconto scade il 16 giugno di ogni anno, mentre il saldo il 16 dicembre dello stesso anno. Laddove la scadenza dovesse cadere di sabato o domenica, si passa al primo giorno lavorativo successivo. Per il 2023, dunque, le scadenze sono:

  • 16 giugno 2023 – acconto IMU 2023
  • 18 dicembre 2023 (il 16 è sabato) – saldo IMU 2023.

L’IMU si paga con Modello F24 telematico. Solo i NON titolari di partita IVA, se non hanno da compensare crediti, possono pagare con F24 cartaceo o con bollettino di c/c.

IMU a credito, rimborso o compensazione?

Nel caso in cui il contribuente abbia IMU a credito (perché, ad esempio, ha versato di più di quanto doveva), questi ne può chiedere il rimborso.

La richiesta di rimborso IMU deve essere fatta al comune in cui si trovano gli immobili da cui è nato il credito. Deve essere chiesto entro 5 anni dal giorno del pagamento ovvero da quello in cui è stato definitivamente accertato il diritto alla restituzione. Non si dà luogo a rimborso per importi inferiori a 12 euro, o altri importo stabilito dal comune.

Il comune, a sua volta, accertato il diritto alla restituzione, deve provvede ad effettuare il rimborso entro 180 giorni dalla data di presentazione dell’istanza.

Lo schema di regolamento IMU pubblicato da IFEL dice anche che il contribuente può, invece che chiedere il rimborso, chiedere al comune autorizzazione ad utilizzare le somme di IMU a credito in compensazione di altra IMU da pagare. Quindi, ad esempio, il contribuente che ha un IMU a credito proveniente dal 2022 potrebbe chiedere autorizzazione al comune per utilizzare quel credito in compensazione per pagare l’IMU relativa al 2023.

La possibilità di compensare, tuttavia, è subordinata alla notifica del provvedimento di accoglimento dell’istanza presentata.

L’utilizzo in compensazione dell’IMU a credito è limitata

La possibilità di poter utilizzare, nel Modello F24, in compensazione l’IMU a credito, dunque, esiste. Per farlo bisogna chiedere autorizzazione al comune verso il quale il credito è sorto.

La compensazione, tuttavia, in base allo schema di regolamento IMU, può essere fatta solo tra IMU ed IMU (c.d. compensazione verticale). Quindi, tra debito IMU e credito IMU. Non si può utilizzare il credito IMU, ad esempio, per compensare un debito IRPEF.

La motivazione è semplice. L’IMU finisce nelle casse del comune, l’IRPEF finisce nelle casse dello Stato.

In caso di richiesta di rimborso dell’IMU a credito, la domanda deve essere fatta entro 5 anni dalla data di pagamento e il comune risponde con il ristoro entro 180 giorni.