Era nell’aria ed è arrivata puntuale come ogni anno. Parliamo della proroga della scadenza di versamento delle imposte sul reddito (IRPEF, IRES e IRAP) e quelle sostitutive (ad esempio, l’imposta dovuta dai forfettari e contribuenti in regime di vantaggio). In particolare, ci riferiamo al saldo 2022 e primo acconto 2023.

Nessuna proroga, invece, almeno per adesso, per il secondo o unico acconto 2023 che resta al 30 novembre di questo stesso anno.

Una proroga che, tuttavia, non accontenta tutti. I commercialisti, infatti, parlano di una proroga a metà.

Uno slittamento che non tocca la possibilità di pagare con i 30 giorni di ritardo applicando la maggiorazione dello 0,40%.

Le scadenze ordinarie delle imposte sul reddito

Per coloro che fanno la dichiarazione dei redditi 2023 (anno d’imposta 2022) mediante Modello Redditi oppure con 730 senza sostituto d’imposta, le scadenze ordinarie per pagare le imposte sul reddito che ne scaturiscono sono:

  • 30 giugno 2023, per il saldo 2022 e primo acconto 2023
  • 30 novembre 2023, per il secondo o unico acconto 2023.

Il saldo 2022 e primo acconto 2023 si possono pagare anche entro i 30 giorni successivi applicando una maggiorazione dello 0,40%. Poiché i 30 giorni successivi finiscono il 30 luglio, che è domenica, si passa al 31 luglio.

Quindi, le imposte sul reddito in scadenza il 30 giugno 2023, si possono pagare anche entro il 31 luglio 2023 applicando preventivamente la maggiorazione dello 0,40% a titolo di interessi.

La proroga

Il Ministero dell’Economie e Finanze, con il comunicato stampa n. 98 del 14 giugno 2023, ha annunciato la proroga per il versamento delle imposte sul reddito in scadenza il 30 giugno ma ha lasciato inalterata quella del 31 luglio.

In sostanza, il MEF ha detto che il saldo 2022 e primo acconto 2023 si pagano entro il 20 luglio 2023 (invece che 30 giugno) oppure entro il 31 luglio 2023 con la maggiorazione dello 0,40%. Inoltre ha anche detto che tale proroga non interessa tutti i contribuenti ma solo:

  • i contribuenti soggetti ad ISA (indici sintetici di affidabilità)
  • le partite IVA in regime di vantaggio e regime forfettario
  • coloro che partecipano a società, associazioni e imprese soggetti ad ISA.

Per tutti gli altri contribuenti le scadenze restano inalterate.

Ossia, 30 giugno ovvero 31 luglio con maggiorazione dello 0,40%.

Imposte sul reddito, una proroga al sapore di beffa

La proroga delle imposte sul reddito annunciata dal MEF, dunque, stabilisce solo lo slittamento del 30 giugno al 20 luglio. Non tocca, invece, quella del 31 luglio.

Stabilire la proroga al 20 luglio, senza prevedere il conseguente scivolamento di trenta giorni della scadenza con maggiorazione non porta alcun beneficio operativo ai colleghi, i quali, vivono questo provvedimento come una beffa.

E’ questa la voce dei commercialisti (comunicato congiunto delle diverse associazioni della categoria), a cui ha risposto il MEF secondo cui lo slittamento, così come impostato, è un giusto compromesso tra l’andare incontro alle esigenze della categoria e il non incidere sulle casse dello Stato.

Riassumendo…

  • il saldo 2022 e primo acconto 2023 delle imposte sul redditi (IRPEF, IRAP e IRES) scadono il 30 giugno 2023
  • si può pagare anche entro il 31 luglio 2023 con la maggiorazione dello 0,40%
  • il secondo o unico acconto 2023 scade il 30 novembre 2023
  • il saldo 2022 e primo acconto 2023 sono prorogati al 20 luglio 2023, fermo restando la possibilità di pagare entro il 31 luglio con lo 0,40%
  • la proroga interessa solo
    • i contribuenti soggetti ad ISA (indici sintetici di affidabilità)
    • le partite IVA in regime di vantaggio e regime forfettario
    • coloro che partecipano a società, associazioni e imprese soggetti ad ISA
  • per i commercialisti si tratta di una proroga a metà (comunicato stampa congiunto).