Nel complesso panorama burocratico italiano, la gestione della successione ereditaria rappresenta un momento cruciale ma spesso complesso per gli eredi. Alla perdita di una persona cara si somma l’esigenza di affrontare procedure legali e amministrative per il trasferimento dell’eredità, un percorso che richiede chiarezza e precisione. La dichiarazione di successione è il fulcro di questo processo: un documento essenziale attraverso cui beni, diritti e obblighi del defunto vengono legalmente trasferiti ai suoi successori.

Tra le novità in arrivo con il decreto di riforma delle imposte indirette, atteso nel Consiglio dei Ministri, alcune interessano l’imposta di successione.

Novità che non dovrebbero interessare l’entità del tributo, bensì la modalità di liquidazione.

I tempi per la dichiarazione di successione

Fare la successione ereditaria non è gratuito. È richiesto il pagamento di alcuni tributi. Dalle imposte ipotecarie e catastali, fino all’imposta di successione. Quest’ultima, non sempre dovuta, in quanto la legislazione vigente prevede una franchigia abbastanza elevata.

In primis, ricordiamo che, la dichiarazione di successione non sempre è obbligatoria. Lo diventa, ad esempio, se nell’asse ereditario, ossia nel patrimonio andato in successione, sono presenti immobili. La si presenta telematicamente all’Agenzia Entrate, entro 12 mesi dalla data del decesso. A presentarla devono essere gli eredi. Basta un solo erede per liberare anche gli altri.

Presto, con la riforma delle imposte indirette, potrebbe debuttare la dichiarazione di successione precompilata.

Dall’imposta ipotecaria ai tributi speciali

Ad oggi, quando si presenta la dichiarazione di successione ereditaria, gli eredi devono “autoliquidare”, ossia calcolare e versare in autonomia, i seguenti tributi:

  • ipotecaria (2% del valore degli immobili, con un importo minimo pari a 200,00 euro);
  • catastale (1% del valore degli immobili, con un minimo 200,00 euro);
  • di bollo (85,00 in relazione agli immobili compresi nelle “conservatorie” ovvero circoscrizioni o sezioni staccate dei competenti uffici dell’Agenzia delle Entrate);
  • la tassa ipotecaria (90 euro che si compone di 35 euro per la trascrizione e 55 euro per la voltura catastale per ciascuna conservatoria nella quale sono presenti gli immobili oggetto di successione);
  • tributi speciali (per esempio, per le formalità ipotecarie), che possono variare da ufficio ad ufficio.

Laddove, qualcuno degli eredi ha i requisiti per agevolazione prima casa, le imposte ipotecaria e catastale sono dovute in misura fissa pari a 200 euro ciascuna.

L’imposta di successione: la novità in arrivo

Oltre alle citate imposte e tasse, c’è da pagare anche l’imposta di successione. Si tratta dell’imposta dovuta solo laddove la soglia del valore dell’asse ereditario supera un certo importo (c.d. franchigia). Le aliquote di calcolo sono diverse a seconda del grado di parentela tra eredi e deceduto. In particolare:

  • 4% – coniugi e parenti in linea retta 4,00 % (quota esente da imposta di successione 1.000.000,00 di euro);
  • 6% – altri parenti fino al 4° grado, affini in linea retta ed affini in linea collaterale fino al terzo grado (quota esente da imposta di successione per fratelli e sorelle 100.000,00 di euro);
  • 8% – altri soggetti (senza franchigia).

Laddove trattasi di portatori di handicap grave la franchigia sale a.1.500.000,00 euro.

A differenza delle altre suddette imposta (ipotecaria, catastale, ecc.), l’imposta di successione, attualmente, non è calcolata e versata in “autoliquidazione” dagli eredi. L’imposta di successione, se dovuta, viene liquidata dall’Agenzia Entrate dopo la presentazione della dichiarazione successione e poi notificata agli eredi stessi per il versamento. Il decreto sulla riforma delle imposte indirette, prevede un cambio di rotta. Se tutto sarà confermato, anche l’imposta di successione, se dovuta, andrà autoliquidata dagli eredi e versata entro 90 giorni successivi alla presentazione della dichiarazione di successione.

Riassumendo…

  • la dichiarazione di successione, se obbligatoria, si presenta all’Agenzia Entrate, entro 12 mesi dalla data del decesso
  • sono dovute in autoliquidazione, le imposte ipotecarie, catastali, di bollo, la tassa ipotecarie e gli eventuali tributi speciali
  • è dovuta anche l’imposta di successione, laddove l’asse ereditario superi la franchigia
  • ad oggi, l’imposta di successione non è “autoliquidata” dagli eredi
  • con la riforma delle imposte indirette anche l’imposta di successione potrebbe divenire auto-liquidabile
  • in tal caso il versamento dovrebbe avvenire entro 90 giorni dalla presentazione della dichiarazione di successione.