Grosse novità per i pensionati pubblici e privati. I quali, in qualità di consulenti, potranno tornare a lavorare per lo Stato grazie al Pnnr. Un’opportunità che sarà per molti ma non per tutti in quanto c’è chi resterà comunque escluso essendo andato in pensione con misure che non permettono di cumulare il reddito da pensione con quello da lavoro.

Quindi, i pensionati pubblici e privati possono tornare a lavorare, ma gli esclusi saranno quelli che si sono ritirati esercitando l’opzione Quota 100.

L’esclusione, pur tuttavia, sarà a tempo in quanto l’esclusione dei ‘quotacentisti’ avrà una durata che è pari a due anni.

I pensionati pubblici e privati possono tornare a lavorare per lo Stato, ecco come e chi resterà comunque escluso

Detto questo, i pensionati pubblici e privati possono tornare a lavorare per lo Stato nell’ambito dei progetti del Pnrr. Con il periodo di consulenza retribuito, non rinnovabile, che potrà avere una durata non superiore ai tre anni.

Nel dettaglio, a richiamare al lavoro i pensionati pubblici e privati, come consulenti, potranno essere non solo ministeri e le regioni. Ma anche le province, i comuni e le città metropolitane. Tutto ciò, tra l’altro, sarà possibile perché il Governo italiano, per cinque anni, ha sospeso il divieto di assegnare gli incarichi ai dipendenti pubblici a riposo. In altre parole, il Governo Draghi per un quinquennio ha messo in ghiaccio le norme sulla spending review.

Come candidarsi per tornare a lavorare per lo Stato nell’ambito dei progetti del Pnrr

Al fine di candidarsi, i pensionati pubblici e privati che vorranno tornare a lavorare per lo Stato italiano dovranno accreditarsi a quello che sarà per la Pubblica Amministrazione il portale unico del reclutamento. Ovverosia, il sito InPa con autenticazione tramite identità digitale. Ovverosia, muniti di Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID) oppure di Carta di Identità Elettronica (CIE).