“Cresce il numero di coloro che preferiscono fare acquisti sui siti web anziché nei negozi. Il fenomeno ha una spiegazione immediata ma parziale nella comodità della consegna a domicilio e nel risparmio di carburante che esso consente. Il fatto che ci si senta maggiormente a proprio agio se il commesso del negozio viene sostituito dallo schermo di un computer è un’altra motivazione, altrettanto, se non più, importante“, affermava Zygmunt Bauman.

Sempre più persone decidono di optare per gli acquisti online.

Si tratta, d’altronde, di un modo di comprare particolarmente comodo e veloce. Basta un semplice click, infatti, per vedersi recapitare direttamente a casa tutti i prodotti di proprio interesse. Non mancano comunque i dubbi in merito. Non si tratta solo del timore di imbattersi in malintenzionati che sfruttando alcune falle del web possono entrare in possesso dei nostri dati.

Tra questi ad esempio quelli finanziari grazie ai quali possono sottrarre soldi a nostra insaputa dai conti correnti. Si parla anche del rischio di perdersi nei meandri burocratici, finendo così per non poter più accedere a delle importanti agevolazioni. Lo sanno bene i titolari di partita Iva che temono di non poter scaricare le spese dei prodotti acquistati sul web. Ma è davvero così? Ecco come funziona.

Gli acquisti online si possono scaricare dalla partita IVA?

I titolari di partita Iva possono scaricare le spese a patto che riguardino prodotti utili alla produzione di ricavi, siano concernenti l’attività svolta e siano appositamente documentati tramite fattura, ricevuta o scontrino. Tra questi si annoverano le spese telefoniche, carburante, pubblicitarie, computer, software gestionali e così via. Ma è possibile scaricare le spese effettuate online? Ebbene sì, la risposta è affermativa. A tal fine è necessario però prestare attenzione ad alcuni accorgimenti.

In tale ambito, ad esempio, giunge in nostro aiuto Amazon Business che mette a disposizione dei titolari di partita Iva diversi prodotti grazie ai quali soddisfare le diverse esigenze aziendali.

Tra questi si annoverano complementi di arredo per l’ufficio, cancelleria, prodotti omaggio e così via. Una volta registrati su tale piattaforma bisogna inserire il numero di partita Iva e i propri dati.

Si deve inoltre dare il consenso ad Amazon di emettere fattura e applicare l’Iva nel rispetto della normativa vigente. In particolare per gli ordini spediti dal nostro Paese è possibile trovare sul proprio account una copia della fattura già trasmessa al Sistema d’Interscambio dell’Agenzia delle Entrate. Proprio grazie a quest’ultima sarà in seguito possibile beneficiare della detrazione fiscale.

Quando non è possibile utilizzare la partita Iva per acquisti online

I titolari di partita Iva, quindi, possono scaricare le spese degli acquisti effettuati online. Vi sono alcuni casi, però, in cui non si può utilizzare la partita IVA. Entrando nei dettagli, come si evince dall’Accordo per l’utilizzo della partita IVA, pubblicato sul sito di Amazon, si tratta delle seguenti voci:

  • “Contenuti digitali, compresi a titolo meramente esemplificativo contenuti Kindle, gli MP3 e altri prodotti digitali simili;

  • Iscrizione ad Amazon Prime, Kindle Unlimited, Amazon Drive, Music Unlimited e altri servizi digitali;

  • Prime Now;

  • Vendita da parte di terzi diversi da Amazon e proprie affiliate che vendano beni o offrano servizi sul sito (IVA su articoli acquistati da venditori terzi che non aderiscono al programma Amazon Tax Calculation Service o per i quali Amazon non è tenuta a dichiarare l’IVA per loro conto)”.