Addio al reddito di cittadinanza entro fine anno e passaggio al nuovo sussidio per le famiglie povere che si chiamerà Garanzia per l’inclusione, la misura sarà affiancata da altri due interventi nell’ambito delle c.d. politiche attive del lavoro: “Prestazione di accompagnamento al lavoro” e “Garanzia per l’attivazione lavorativa”.

Le novità saranno messe nere su bianco nel c.d. decreto Lavoro al quale il Governo sta già lavorando da diverso tempo. Le prime anticipazioni sono state fornite dal quotidiano il Sole 24 ore che ha analizzato la bozza del decreto.

Dunque, il Governo Meloni dirà addio al reddito di cittadinanza non tramite la MIA, ma con un nuovo sussidio he dovrebbe avere un raggio d’azione ridotto posto che saranno previste condizioni di accesso più restrittive di quelle in vigore per il Rdc. Il decreto Lavoro prevederà fino a 6 anni di carcere per chi pur di ottenere il sussidio fornirà dichiarazioni false o metterà in atto vere e proprie truffe.

Il reddito di cittadinanza

A oggi il Rdc può essere richiesto dai nuclei familiari che possesso specifici requisiti, sia di carattere economico che patrimoniale.

In particolare, il nucleo familiare deve presentare:

  • un valore ISEE inferiore a 9.360 euro (in presenza di minorenni, si considera l’ISEE per prestazioni rivolte ai minorenni);
  • un valore del patrimonio immobiliare in Italia e all’estero, diverso dalla casa di abitazione, non superiore a 30.000 euro;
  • un valore del patrimonio mobiliare non superiore a 6.000 euro per il single, incrementato in base al numero dei componenti della famiglia (fino a 10.000 euro), alla presenza di più figli (1.000 euro in più per ogni figlio oltre il secondo) o di componenti con disabilità (5.000 euro in più per ogni componente con disabilità e euro 7.500 per ogni componente in condizione di disabilità grave o di non autosufficienza);
  • un valore del reddito familiare inferiore a 6.000 euro annui, moltiplicato per il corrispondente parametro della scala di equivalenza (pari ad 1 per il primo componente del nucleo familiare, incrementato di 0,4 per ogni ulteriore componente maggiorenne e di 0,2 per ogni ulteriore componente minorenne, fino ad un massimo di 2,1, ovvero fino ad un massimo di 2,2 nel caso in cui nel nucleo familiare siano presenti componenti in condizione di disabilità grave o di non autosufficienza, come definite ai fini dell’ISEE). Tale soglia è aumentata a 7.560 euro ai fini dell’accesso alla Pensione di cittadinanza. Se il nucleo familiare risiede in un’abitazione in affitto, la soglia è elevata a 9.360 euro;
  • ecc.

Il Rdc è stato voluto dal M5S ma non è mai stato visto di buon occhio da parte del nuovo Governo Meloni.

Infatti, la prerogativa del Governo è quella di eliminare il reddito di cittadinanza e di garantire un sussidio solo a chi non è effettivamente nelle condizioni di poter lavorare.

La nuova Garanzia per l’inclusione

Il reddito di cittadinanza dovrebbe essere abrogato a partire da fine anno. Lo prevede il nuovo “decreto Lavoro” tramite il quale il Governo introdurrà un nuovo sussidio che si  chiamerà Garanzia per l’inclusione.

Oltre alla Garanzia per l’inclusione, ci saranno altri due interventi nell’ambito delle c.d. politiche attive del lavoro: “Prestazione di accompagnamento al lavoro”  e “Garanzia per l’attivazione lavorativa”.

Tra i requisiti per accedere al nuovo sussidio come si legge sul quotidiano Il Sole 24 ore, sarà richiesta  la presenza di almeno un componente con disabilità, un minore, un soggetto con almeno 60 anni o con una patologia riconosciuta per l’accesso all’assegno di invalidità civile, anche temporaneo.

Requisiti da possedere

Così come previsto per il Rdc, il richiedente deve essere cittadino maggiorenne in una delle seguenti condizioni:

  • italiano o dell’Unione Europea;
  • cittadino di Paesi terzi in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo, o apolide in possesso di analogo permesso.
  • cittadino di Paesi terzi familiare di cittadino italiano o comunitario – come individuato dall’articolo 2, comma 1, lettera b), del decreto legislativo 6 febbraio 2007, n. 30 – titolare del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente;
  • titolare di protezione internazionale.

Sarà inoltre necessario essere residente in Italia per almeno 5 anni, di cui gli ultimi due in modo continuativo.

 La soglia ISEE per accedere all’indennità scenderà da 9.360 euro a 7.200 euro.

L’importo base riconosciuto a titolo di Garanzia per l’inclusione parte da 780 euro per i single, importo da moltiplicare per una certa “scala di equivalenza” per i nuclei familiari composti da più persone. Il sussidio sarà riconosciuto per 18 mesi e dopo un’interruzione di 30 giorni sarà possibile rinnovarlo per altri 12 mesi.

Il decreto Lavoro prevederà fino a 6 anni di carcere per chi pur di ottenere il sussidio fornirà dichiarazioni false. O addirittura metterà in atto vere e proprie truffe.

Le politiche attive del lavoro affiancano la Garanzia per l’inclusione

Come accennato sopra, oltre alla “Garanzia per l’inclusione” ci saranno altri due interventi nell’ambito delle c.d. politiche attive del lavoro: “Prestazione di accompagnamento al lavoro” e “Garanzia per l’attivazione lavorativa”.

La prima, a carattere provvisorio,  dovrebbe essere di circa 350 euro mensili e sarà riconosciuta a coloro i quali, beneficiari del Rdc, hanno sottoscritto un Patto per il Lavoro. La misura spetterà alla scadenza dei 7 mesi nei quali il soggetto ha ricevuto il Rdc. La “Garanzia per l’attivazione lavorativa” invece potrà essere richiesta da coloro i quali non rispettano i requisiti per richiedere la Garanzia per l’Inclusione e che hanno:

  • un’età  compresa tra i 18 e i 59 anni e
  • un ISEE non superiore a 6.000 euro.

L’importo riconosciuto a titolo di a Garanzia per l’attivazione lavorativa sarà anch’esso pari a 350 euro (+ 175 euro per la 2° persona persona che richiede il sussidio all’interno dello stesso nucleo).

Il periodo di erogazione del sussidio è pari a 12 mesi, non rinnovabili.