Che il problema della lotta all’evasione fiscale non riguardi solo l’Italia ma abbia portata internazionale non è una novità.

Ne è una conferma ulteriore l’ultima proposta provocatoria di Nicolas Sarkozy (giunta proprio nel momento in cui il sondaggio Ifop fa registrare una rimonta importante per le elezioni contro il candidato avversario Francois Hollande e quindi considerata da molti una mossa demagogica).

La nuova previsione andrebbe a colpire tutte le persone che lasciano i confini francesi per emigrare in paradisi fiscali o comunque in Paesi dove è possibile risparmiare sui tributi.

L’alternativa prevede il pagamento della differenza per compensare questo indebito vantaggio oppure la perdita della nazionalità. La previsione, mirante nello specifico alla lotta contro l’evasione e l’elusione fiscale, si inserisce in un programma elettorale più ampio di tutela dei cittadini e dei contribuenti che è stato presentato punto per punto dal presidente-candidato in diretta su Tf1.

A detta dello stesso Sarkozy il modello a cui si ispira questa riforma che collegherebbe fiscalità e nazionalità è quello statunitense.

Il presidente francese ha distinto tra espatriati e esuli fiscali: saranno questi ultimi ad essere colpiti dalla previsione e a dover scegliere se pagare la differenza o perdere la nazionalità francese.

La misura, sempre secondo quanto ha spiegato il suo propositore, deve servire a dimostrare che il denaro non permette e non giustifica tutto.

E considerando quanto i francesi siano fieri della loro nazionalità c’è da scommetterci che la misura farà discutere e dividerà l’opinione pubblica.

Proprio come succede in Italia negli ultimi mesi i cugini francesi dovranno interrogarsi sugli obiettivi della lotta all’evasione fiscale: il fine giustifica i mezzi e anche eventualmente la sovrapposizione di piani diversi?

Del resto è innegabile che chi elude le tasse trasferendosi nei Paradisi fiscali, di fatto dimostra di voler rinunciare ai servizi del proprio Stato di nascita e di non voler contribuire alla sua crescita.

Viene da chiedersi quali reazioni un simile provvedimento potrebbe avere nel nostro Paese: è più forte la tentazione di trovare la scorciatoia fiscale o l’attaccamento all’orgoglio nazionale? Chi non paga le tasse può sentirsi comunque italiano?