Più adempimenti, maggiori controlli, più obblighi. Sono le cose che ogni beneficiario dell’ADI (Assegno di Inclusione) deve mettere in conto adesso che percepisce o che ha richiesto questo nuovo sussidio. Naturalmente, sono tutte le cose che differenziano il Reddito di Cittadinanza dall’Assegno di Inclusione. Chi non ha ancora ricevuto l’approvazione della sua istanza, probabilmente ha lasciato qualcosa indietro, non completando la giusta procedura. Chi invece adesso si trova con l’ADI sospeso o decaduto, probabilmente ha sbagliato qualcosa di diverso.

E nei prossimi mesi saranno sempre di più casi di questo tipo. Proprio perché gli adempimenti da rispettare sono diversi e tutti obbligatori.

“Buonasera, sono Piera e ieri ho notato che la mia domanda di Assegno di Inclusione, di cui ho preso 570 euro a gennaio, è decaduta. Per qualcosa che riguarda l’ISEE, ma non ho chiaro cosa. Ma come mai, a gennaio me lo hanno dato e adesso no? Mi aiutate per favore?”

“Gentili esperti, oggi volevo porvi un quesito sul mio Assegno di Inclusione. L’ho preso il 15 febbraio ed il 27 febbraio. Due ricariche lo stesso mese come voi avete sottolineato in un precedente articolo. Volevo capire adesso cosa devo fare per continuare a prendere l’ADI, perché so che devo rispettare specifici adempimenti.”

“Salve, sono una ex beneficiaria del Reddito di Cittadinanza. Ho presentato domanda di ADI il 15 gennaio e non ho ricevuto ancora nulla. Non capisco perché la mia domanda è ancora semplicemente acquisita. Che significa? Entro quando mi daranno risposte?”

Ecco tre motivi che portano a perdere l’Assegno di Inclusione e come fare per evitarlo

I tre quesiti sopra riportati sono eloquenti nel dimostrare le tante sfaccettature che l’Assegno di Inclusione può avere ed i tanti dubbi che insinua sui richiedenti. Sia su chi ancora lo deve prendere, che su chi invece lo ha preso già.

Per presentare la domanda di Assegno di Inclusione per forza di cose bisogna partire da un adempimento necessario per completare l’intero iter di presentazione. Parliamo come tutti sanno della famosa iscrizione alla piattaforma SIISL, cioè il Sistema informativo di inclusione sociale e lavorativa. L’iscrizione alla piattaforma è il primo adempimento necessario ma già fondamentale per riuscire a percepire il nuovo sussidio. Senza l’iscrizione in piattaforma non si potrà ottenere l’Assegno di Inclusione. Chi si trova ancora con la domanda allo stato di acquisita dovrebbe aver ricevuto un sms da parte dell’INPS dove si sottolinea il fatto che non è stato ancora sottoscritto il PAD. In questo caso prima si provvede meglio è perché solo così si completa l’iter per la presentazione della domanda. Con l’iscrizione in piattaforma non si fa altro che sottoscrivere il cosiddetto Pad, ovvero il Patto di attivazione digitale.

 

Bisogna rinnovare l’ISEE per prendere l’Assegno di Inclusione?

Oltre al Pad gli interessati all’Assegno di Inclusione devono rispettare un altro adempimento obbligatorio che deve essere fatto subito. Parliamo del rinnovo dell’ISEE. Chi ha percepito l’Assegno di Inclusione adesso a febbraio, probabilmente lo ha percepito già in base al nuovo ISEE. Sempre se ha già presentato la Dichiarazione Sostitutiva Unica ed ha ottenuto la certificazione in corso di validità per il 2024. Infatti probabilmente a gennaio questo soggetto ha ricevuto l’assegno di inclusione calcolato in base al vecchio ISEE, quello scaduto il 31 dicembre scorso. Chi non ha ancora presentato la DSU dovrebbe comunque aver preso il sussidio lo stesso, sempre sul vecchio ISEE. Una cosa che a marzo non accadrà più. E chi non ha rinnovato la DSU entro il 29 febbraio, probabilmente non prenderà nulla a marzo, fino a quando l’INPS non troverà in banca dati la nuova DSU e collegherà l’istanza di ADI al nuovo ISEE.

Per quanti hanno adempiuto al rinnovo della DSU, le domande decadute di ADI già a febbraio, come riportato da uno dei nostri lettori nei quesiti sopra, lasciano intendere un altro aspetto da non sottovalutare. Il nuovo ISEE ha superato le soglie. E quindi nonostante a gennaio è arrivato l’Assegno di Inclusione, con il nuovo ISEE il diritto è venuto meno. Oggi l’INPS nello stato della domanda ha inserito anche la motivazione in tutti i casi di sospensione, decadenza e così via dicendo. In pratica ha confermato ciò che anticipò nel messaggio 684 del 14 febbraio scorso.

ISEE corrente, ecco quando è utile per il sussidio

Soglia ISEE ma non solo, perché la decadenza del sussidio se deriva dall’ISEE può dipendere anche dalla situazione reddituale della famiglia, dalla situazione patrimoniale e da tutti gli altri requisiti dell’ADI collegati all’ISEE. In questo caso una soluzione potrebbe essere adottare l’ISEE corrente. Chi nel 2022 aveva una situazione patrimoniale o economica migliore di oggi, può, dopo aver ottenuto l’ISEE ordinario, passare all’ISEE corrente. Che come tutti sanno è la versione di ISEE più attuale, cioè parametrata alla reale condizione di bisogno nell’immediato, di un nucleo familiare. Se per esempio c’erano soggetti che nel 2022 lavoravano ed avevano redditi, o percepivano Naspi e altri ammortizzatori, è evidente che l’ISEE 2024 ne tenga conto. perché si guarda nella DSU ai redditi ed ai patrimoni del 2022. Se nel frattempo, oggi quei redditi sono spariti, si può fare l’ISEE corrente che naturalmente non ne terrà conto. Riportando di fatto dentro il perimetro dell’Assegno di Inclusione chi ne era stato escluso.

Profilazione del beneficiario e appuntamenti ai Servizi Sociali

Dopo aver percepito l’Assegno di Inclusione, con PAD sottoscritto, nuovo ISEE fatto e parametri rispettati per percepire il sussidio, occorre fare dell’altro. Infatti entro 120 giorni dalla data in cui l’interessato ha sottoscritto il Patto di Attivazione Digitale, bisogna andare ai Servizi Sociali Comunali.

Perché queste strutture dovranno fare il profilo ai beneficiari dell’ADI. Mettendo in piedi i programmi personalizzati per la nuova inclusione sociale e lavorativa dei beneficiari. Parliamo di tutti i soggetti (tranne i minorenni), su cui l’Assegno di inclusione è calcolato. Esclusi quindi i soggetti tra i 18 ed i 59 anni non invalidi. Tutti i soggetti over 60, invalidi o presi in carico dai servizi sociali e sanitari, dovranno prendere contatto coi Servizi Sociali del Comune di residenza. E come detto entro 120 giorni. Chi ha sottoscritto il PAD già a fine dicembre, quando sono iniziate le domande di ADI, dovrà adempiere entro aprile, altrimenti rischia di perdere il sussidio che verrà immediatamente sospeso. Dopo il primo, tutti gli interessati dovranno ripetere lo stesso passaggio ai Servizi Sociali, o al Patronato, ogni 90 giorni dall’appuntamento precedente. Questo perché l’ADI prevede il monitoraggio periodico dello stato di avanzamento del programma di nuova inclusione sociale.