La pensione anticipata rappresenta una componente ordinaria e strutturale del sistema pensionistico. Questa misura interessa l’intera forza lavoro, includendo tanto i dipendenti quanto gli autonomi, sia nel settore privato che in quello pubblico.

Tuttavia, considerando l’ingente requisito contributivo richiesto, emerge il quesito: è ancora pertinente definirla una “pensione anticipata”? Si rende necessario, quindi, un approfondimento. Nonostante sia teoricamente accessibile a tutti, in pratica, questa prestazione presenta un ambito di applicazione piuttosto limitato, un aspetto spesso trascurato.

In particolare, risulta difficilmente accessibile per chi si trova in una fascia d’età relativamente giovane, dimostrandosi adatta esclusivamente a una cerchia ristretta di lavoratori.

“Buonasera, sono un vostro assiduo lettore e vi chiedo se è lecito secondo voi che a 65 anni con 42 anni e 10 mesi di contributi versati l’Inps dica di no alla mia pensione. Visto che ho diversi periodi di disoccupazione, mi dicono che dovrei lavorare ancora 12 mesi. Arrivo a 66 anni e qualche mese. Ma allora che pensione anticipata è?

Pensione anticipata INPS, ecco i requisiti e come funziona la misura ordinaria

Prima di approfondire l’argomento e rispondere al nostro lettore, è opportuno capire a chi si rivolge specificamente la misura. Questa interessa sia la platea prevista dalla normativa sia quella effettiva che potrebbe trarne vantaggio facilmente. La pensione anticipata è accessibile per gli iscritti a:

  • Assicurazione Generale Obbligatoria (AGO);
  • Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti (FPLD);
  • Gestioni speciali per i lavoratori autonomi;
  • Gestione Separata INPS;
  • Forme sostitutive ed esclusive dell’AGO.

Pertanto, la misura può essere definita di carattere generalista, avendo come unico requisito quello contributivo. Per accedervi, infatti, è necessario avere accumulato 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. Vi è, inoltre, un vincolo imprescindibile relativo alla contribuzione effettiva da lavoro, che non può essere inferiore a 35 anni.

Questo significa che i 35 anni di contributi devono essere stati raggiunti escludendo i contributi figurativi derivanti da periodi di disoccupazione o malattia.

Questo vincolo, probabilmente, preclude al nostro lettore la possibilità di pensionamento anticipato.

Una misura difficile da centrare, ecco perché

Effettivamente, alla prima vista, età e contributi del nostro lettore sembrerebbero adatti per l’accesso alla pensione anticipata ordinaria. Tuttavia, un’analisi più approfondita suggerisce che la pensione di vecchiaia potrebbe essere l’opzione più realistica per il suo pensionamento. Nonostante abbia accumulato 42 anni e 10 mesi di contributi, gli mancano effettivamente 12 mesi per soddisfare il requisito necessario.

Ciò implica che dovrebbe lavorare per ulteriori 12 mesi senza interruzioni dovute a disoccupazione o malattia, presupponendo che abbia 34 anni di contributi effettivi e 8 anni e 10 mesi di contributi figurativi a causa di disoccupazioni e malattie. Questo vincolo potrebbe essere superato diversamente, ad esempio, richiedendo l’autorizzazione per i versamenti volontari.

Proseguendo con i versamenti volontari, potrebbe raggiungere il tanto desiderato obiettivo. Tuttavia, considerando la sua età, sembra consigliabile suggerirgli di attendere. Nel peggiore dei casi, dovrà aspettare fino ai 67 anni, età utile per la pensione di vecchiaia.

Va inoltre considerata la finestra di tre mesi per la decorrenza, che posticipa di tre mesi l’incasso del primo assegno pensionistico. Pertanto, anche completando autonomamente la contribuzione, si avvicinerebbe comunque ai 67 anni d’età.

In questo contesto, anticipare di qualche mese la pensione potrebbe non valere la pena, suggerendo piuttosto di attendere e valutare altre opzioni.

Ecco le difficoltà che ci sono a raggiungere carriere elevate dal punto di vista contributivo

La pensione anticipata, sfortunatamente, sembra adattarsi perfettamente solo a lavoratori statali o a coloro con carriere lunghe e ininterrotte, le quali stanno diventando sempre più rare. Donne, lavoratori stagionali, del settore edile, agricolo e altre categorie con carriere frequentemente interrotte da periodi di disoccupazione non sembrano essere i candidati ideali per questo tipo di pensione.

Inoltre, per i lavori che, per loro natura legata a condizioni climatiche e stagionali, non possono essere svolti durante l’intero anno, accedere a questa misura diventa particolarmente arduo.

Aggiungendo le sfide attuali del mondo del lavoro, tra cui il precariato e l’alta disoccupazione, si evidenzia come raggiungere una carriera adatta a beneficiare della pensione anticipata sia possibile solo per una ristretta minoranza di lavoratori.