Rifiutare più offerte di lavoro comporta come conseguenza il rischio della perdita del reddito di cittadinanza per il percettore. Bisognerebbe, tuttavia, intervenire con politiche attive di lavoro migliori per indurre ad accettare le offerte. La soluzione, in tal senso, è quella di arrivare ad offrire proposte di lavoro che siano più in linea con le competenze di chi le riceve.

Dall’ultima indagine INAPP (Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche), infatti, emerge che circa il 53,6% dei percettori il sussidio indica l’attività offerta non in linea con le competenze possedute e, quindi, rifiuta il lavoro.

Reddito di cittadinanza, i dati sulle offerte di lavoro

Il Reddito di cittadinanza si è dimostrato una misura utile per fronteggiare la diffusa povertà in Italia, peggiorata anche dall’impatto della pandemia legata al Covid-19. Il sussidio è nato con la doppia finalità, ossia dare un sostegno alle famiglie in disagio economico ed aiutare alla ricollocazione del mondo del lavoro attraverso delle politiche attive.

Chi percepisce il reddito di cittadinanza, quindi, riceve offerte di lavoro. Il rifiuto di più offerte porta con se il rischio della perdita del sussidio. Tuttavia, come emerge dall’indagine INAPP su questo aspetto c’è molto da intervenire e migliorare. La rinuncia al lavoro di chi percepisce il reddito di cittadinanza, infatti, è dettata soprattutto da diversi fattori che non si riducono alla sola “non voglia di lavorare”. In dettaglio dall’indagine (fotografia al 23 febbraio 2022) emerge che:

  • il 53,6% indica l’attività offerta non in linea con le competenze possedute
  • il 24,5% attività non in linea con il proprio titolo di studio
  • l’11,9% lamenta una retribuzione troppo bassa.

Solo il 7,9% indica, invece, la necessità di spostarsi come causa prevalente del rifiuto.

Al di là dell’identificazione dell’offerta congrua il rifiuto per circa il 78% dei rispondenti beneficiari di reddito di cittadinanza è, dunque, attribuito alla modesta qualità delle proposte ricevute.

E’ su questo aspetto che bisogna molto lavorare, invece che, pensare all’eliminazione del sussidio.

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