Una delle misure che più sembra piacciano alla collettività, e nello specifico alle donne è la pensione contributiva, meglio conosciuta come Opzione Donna. Una misura nata sperimentale e mai diventata strutturale. Infatti si prosegue anno dopo anno con proroghe e rinnovi. Solo quest’anno però, insieme alla proroga sono arrivate modifiche alla misura, penalizzanti in quanto a platea delle potenziali aventi diritto. Delle modifiche infatti hanno reso la misura meno fruibile e più limitata. Modifiche valide per la proroga di quest’anno e che adesso per il 2024 sono in discussione.

Perché nella proroga che si ipotizza farà capolino nella Legge di Bilancio, le limitazioni di oggi verrebbero meno. Ma così si rischia di penalizzare quante oggi si trovano di fronte al muro creato da queste limitazioni.

“Salve, sono Giulia, lavoratrice di un Supermercato che ha compiuto 60 anni di età a novembre 2022 e ha completato 35 anni di contributi alla fine dello stesso anno. Clamorosamente, sono stata di fatto esclusa da Opzione Donna. Perché oggi servono i figli avuti e io non sono mai diventata madre. E poi bisogna essere invalidi, disoccupati e così via dicendo. Adesso mi dicono che nel 2024 forse questi vincoli saranno tolti. Ma a me la penalizzazione di un anno chi me la ripaga?”

Possibile che per le donne entri di nuovo la pensione a 58 anni? Dal Governo segnali positivi

La riforma delle pensioni difficilmente verrà approntata in tempo per arrivare alla legge di Bilancio 2024. E allora è probabile che nel testo della nuova manovra entreranno le proroghe di quota 103, dell’Ape sociale e di opzione donna. Per quest’ultima forse una proroga con un ritorno al passato. Perché verranno eliminati i vincoli che erano stati imposti dalla proroga 2023. Infatti opzione donna è cambiata drasticamente nel 2023 rispetto al passato.

Opzione Donna è uno strumento pensionistico che consente alle lavoratrici di andare in pensione anticipata con requisiti ridotti rispetto alla pensione ordinaria.

Ma come detto per il 2023, l’opzione donna è stata prorogata dalla legge di Bilancio, ma solo per alcune categorie di lavoratrici. Infatti la misura riguarda solo le invalide civili in misura pari o superiore al 74%. Oppure le caregiver, cioè le donne che assistono una persona con handicap grave sempre in misura superiore al 74%. O ancora le disoccupate a seguito di licenziamento o le dipendenti di aziende con tavoli di crisi avviati.

Il cambiamento di Opzione Donna è netto

Per entrare in pensione con Opzione Donna oggi, le interessate (delle categorie prima citate) devono avere 60 anni di età. Se hanno avuto due figli nella loro vita, possono godere di uno sconto di 2 anni, come anche le licenziate e le dipendenti di aziende in crisi. Quindi in pensione a 58 anni con 35 di contributi. Con un solo figlio invece si sale a 59 anni. Prima del 2023 invece, Opzione Donna consentiva di uscire dal lavoro con 25 anni di contributi, a 58 anni di età se dipendenti e a 59 anni se autonome. Ed è proprio al passato che si guarda per la proroga 2024. Eliminando la storia delle caregiver, delle licenziate, delle invalide o delle dipendenti di aziende in crisi, si allargherebbe di nuovo la platea delle aventi diritto.

Chi ha fallito Opzione Donna oggi, potrà tornare in pista nel 2024?

Ritorno al passato con la proroga di Opzione Donna nel 2024. Questo ciò che traspare dalle indiscrezioni che accompagnano il dossier pensioni del Governo Meloni. Resterebbe intatto però il meccanismo di opzione donna, che impone comunque di accettare il calcolo della pensione con il sistema contributivo. Indiscrezioni che aprono alla speranza per quante auspicano addirittura che Opzione Donna diventi strutturale.

La nostra lettrice che oggi non ha potuto sfruttare il canale di uscita anticipato dal lavoro per via dei vincoli 2023 della misura, nel 2024 potrebbe tornare in pista per l’uscita.

L’anno perduto di cui lei parla è solo un incidente di percorso. Perché avendo lavorato nel 2023, quindi ancora per un anno, godrà del vantaggio in termini di assegno percepito. Perché ha versato un ulteriore anno di contributi, e questo vale come pensione. Oltretutto, uscendo ad una età più elevata rispetto alle sue aspirazioni, godrà di un calcolo della pensione più favorevole. Essendo migliori i coefficienti di trasformazione del montante contributivo in pensione a 61 anni rispetto che a 60.

Proroga sì o proroga no, Opzione Donna al bivio della Legge di Bilancio 2024

Più in tarda età si esce dal lavoro, più si prende a parità di contribuzione. Questa regola vale per le pensioni in Italia, soprattutto per le pensioni contributive. Il montante dei contributi si trasforma in pensione moltiplicandolo con dei coefficienti di trasformazione. E uscire prima moltiplica il montante dei contributi, dopo la loro rivalutazione al tasso di inflazione, con dei coefficienti più bassi. Non tutti i mali vengono per nuocere quindi. Questo ciò che possiamo dire alla nostra lettrice. Che a fronte di una penalizzazione evidente che le ha impedito di uscire dal lavoro già quest’anno, prenderà una pensione più alta se nel 2024 Opzione Donna tornerà al passato.

Ed è questa la speranza che deve avere. Perché se così non fosse, allora si che sarebbe davvero penalizzata. Perché a oggi Opzione Donna scade il 31 dicembre 2023. Non è ancora sicura la proroga. E se la stessa proroga venisse confermata con le limitazioni di oggi, sempre la nostra lettrice pagherebbe comunque dazio.