Salve, sono una ragazza di 29 anni, attualmente io ed i miei due fratelli entrambi maggiorenni, viviamo con i nostri genitori non avendo una situazione lavorativa stabile. 

Da tempo ormai il rapporto tra me in particolare e mio padre è peggiorato letteralmente in quanto lo stesso non ha sempre fatto altro che sostenere che secondo la legge, un figlio giunto al diciottesimo anno di età, deve provvedere al proprio sostentamento andandosene di casa. Nonostante il figlio seppur maggiorenne non è in possesso di una situazione lavorativa stabile? Mi chiedo? Credo invece (facendo notare a mio padre con necessaria insistenza ahimè), che la legge indichi che il genitore avrebbe l’obbligo di aiutare il figlio nonostante sia maggiorenne fino a quando il figlio stesso non sia in grado di mantenersi in maniera autosufficiente. Dico bene? 
Ora però la mia richiesta è un’altra, siccome vorrei rispettare il volere di mio padre non costringendolo più a provvedermi il cibo, anche perché mi sono stancata di ascoltare lamentele, controlli su che si sta prendendo dal frigo e rinfacci al riguardo, chiedo se nonostante io viva ancora in casa, sia possibile che mio padre mi disconosca togliendomi peraltro dal suo stato familiare. (nonostante io continui per il momento a convivere entro le stesse mura finché non abbia raggiunto una certa stabilità economica che mi permetta di vivere per conto mio). 
Grazie per la risposta.

Mantenimento figli maggiorenni

Suo padre, come lei stessa sostiene, sbaglia: i figli non vanno mantenuti fino al compimento della maggiore età e non vi è alcuna legge che sostiene che compiuti i 18 anni i figli debbano lasciare la casa genitoriale per provvedere da soli a se stessi ed ai propri bisogni.
Anzi, la legislazione sostiene il contrario: i genitori sono tenuti al mantenimento dei propri figli fintanto che questi ultimi non diventino autonomi economicamente e non siano in grado di provvedere alla propria autosufficienza.
Vi sono diverse sentenze che stabiliscono il dovere dei genitori di mantenimento dei figli maggiorenni, anche se ultimamente sono stati posti dei limiti per quei figli “che si approfittano” dello status di disoccupati per continuare a farsi mantenere dai propri genitori (il caso, magari, di coloro che rifiutano offerte di lavoro perché “tanto c’è chi mi mantiene”).
A tal proposito può leggere il seguente articolo che approfondisce proprio questo tema: Mantenimento figli maggiorenni: il tribunale fissa l’età limite

Disconoscimento della paternità

Per quanto riguarda, invece, la sua proposta di permettere a suo padre di disconoscere la paternità questo non è possibile. Come non è possibile per un figlio disconoscere un genitore , così è quasi  impossibile per un genitore disconoscere i propri figli.

Il disconoscimento della paternità tra un presunto padre e un presunto figlio può avvenire solo da parte di un giudice al ricorrere di determinati requisiti. Se il figlio è nato durante il matrimonio del presunto padre con la madre il disconoscimento può avvenire solo se c’è dubbio di rapporto di filiazione (ovvero che ci sia il dubbio che il presunto padre non sia il vero padre del figlio).

Tale azione può essere intrapresa dalla madre entro 6 mesi dalla nascita del figlio, dal padre entro 5 anni dalla nascita del figlio o dal figlio stesso una volta divenuto maggiorenne ma deve esserci la prova dell’esclusione della paternità (esame del DNA). Con il disconoscimento il figlio perde il cognome del padre e il marito non ha più doveri di assistenza nei confronti del figlio della moglie.

Nel suo caso, quindi, non credo sia possibile un atto legale di disconoscimento da parte di suo padre. Può, però, in ogni caso, semplicemente recandosi in Comune, togliersi dallo Stato di Famiglia di suo padre e pur rimanendo residente della stessa casa far nucleo familiare da sola se la cosa la fa sentire meglio.

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