“In mancanza di scopi specifici è fin troppo facile lasciarsi semplicemente andare, senza mai prendere le redini della propria vita. Il tempo va sprecato perché nulla sembra essere urgente. Non c’è una scadenza precisa. Niente dev’essere fatto oggi stesso. Si può rimandare qualsiasi cosa all’infinito. Sono gli obiettivi che possono darci una direzione e mantenerci concentrati“, affermava Dale Carnegie.

Capita a tutti di rimandare continuamente degli impegni, quasi ad avere la speranza di non dover arrivare al giorno in cui dover effettivamente adempiere al proprio dovere.

Un modus operandi che in alcuni casi può costare particolarmente caro. Questo soprattutto quando si tratta di rapporti con la burocrazia. Lo sanno bene diversi contribuenti che devono provvedere a versare dei pagamenti correlati alla dichiarazione dei redditi entro il 30 giugno 2023. Ecco di chi si tratta.

Dichiarazione dei redditi, chi deve rispettare la scadenza del 30 giugno

Anche nel corso del 2023 si deve presentare la dichiarazione dei redditi. A tal fine bisogna rispettar delle scadenze, ovvero il prossimo 30 settembre per presentare il modello 730. Dato che tale giorno nel 2023 cade di sabato, il termine ultimo da rispettare è fissato al prossimo 2 ottobre. C’è tempo fino al 30 novembre 2023, invece, per presentare il modello Redditi Persone Fisiche.

Per alcuni soggetti, però, la data da segnare sul calendario è quella del 30 giugno 2023. Questo perché c’è tempo entro tale data per alcuni importanti versamenti derivanti dalla dichiarazione dei redditi 730. Entrando nei dettagli, la fine del sesto mese dell’anno in corso è il termine ultimo per versare l’Irpef 2022 senza interessi, relative addizionali comunali e regionali e l’acconto Irpef per il 2023. Tali voci verranno applicate direttamente in busta paga dal datore di lavoro, che dilaziona in genere il versamento in più mensilità.

A essere maggiormente interessati dalla data del 30 giugno sono i soggetti che presentano il modello 730 senza sostituto d’imposta e coloro che presentano il modello Redditi pur non avendo la partita Iva.

Tale scadenza vale anche per i soggetti che versano la cedolare secca. In assenza del sostituto d’imposta, un sistema dell’Agenzia delle Entrate stabilisce gli importi da pagare attraverso il modello F24. Oppure tramite addebito diretto sul conto appositamente indicato dal contribuente.

Mef, proroga dei versamenti in scadenza al 30 giugno 2023 per i soggetti ISA

Come si evince dal comunicato numero 98 del 14 giugno, pubblicato sul sito del Ministero dell’Economia e delle Finanze:

“una prossima disposizione normativa prorogherà, per professionisti e imprese che esercitano attività per le quali sono approvati gli Indici Sintetici di Affidabilità fiscale (ISA), i termini dei versamenti delle somme risultanti dalle dichiarazioni dei redditi, IRAP e IVA, in scadenza al 30 giugno 2023:

  •  entro il 20 luglio 2023, senza alcuna maggiorazione;
  • entro il 31 luglio 2023, applicando una maggiorazione dello 0,40 per cento.

Si precisa inoltre che potranno beneficiare della proroga anche i contribuenti che presentano cause di esclusione dagli ISA, compresi quelli che si avvalgono del regime di cui all’articolo 27, comma 1, del decreto-legge n. 98 del 2011, nonché i soggetti che applicano il regime forfetario di cui all’articolo 1, commi da 54 a 89, della legge n. 190 del 2014, e coloro che partecipano a società, associazioni e imprese ai sensi degli articoli 5, 115 e 116 del TUIR soggette agli ISA”.

I soggetti non interessati dalla proroga, invece, devono versare l’Irpef entro il 30 giugno. A tal fine possono decidere di dilazionare il pagamento, fino a un massimo di sei rate. Questo a patto che la prima rata sia corrisposta entro il 30 giugno e l’ultima entro novembre.