Il termine ordinario di presentazione della Dichiarazione Redditi 2023 (anno d’imposta 2022) è chiuso. Si è chiuso il 2 ottobre 2023 per il 730 e il 30 novembre 2023 per il Modello Redditi. Chi poteva fare il 730 e non lo ha fatto, aveva ancora tempo fino al 30 novembre per fare la dichiarazione con il Modello Redditi.

Coloro che, obbligati o che avevano convenienza a presentarla, non hanno fatto dichiarazione redditi entro il 30 novembre 2023, possono ancora rimediare con la tardiva. Questo significa presentarla entro 90 giorni successivi (28 febbraio 2024). In tal caso, tuttavia, si versa una sanzione di 25 euro (codice tributo 8911).

Che sia ordinaria o tardiva, se dalla dichiarazione redditi scaturisce un credito d’imposta (IRPEF, addizionali, cedolare secca, ecc.), il contribuente che ne ha chiesto il rimborso deve ora attendere che l’Agenzia Entrate lo paghi. Questo problema non sussiste per chi ha fatto il 730 con sostituto d’imposta. In tal caso, il rimborso imposte è stato già accredito in busta paga (per i dipendenti) o cedolino pensione (per i pensionati).

L’assegno vidimato arriva a casa

Per coloro che hanno fatto Dichiarazione redditi 2023 (anno d’imposta 2022) con 730 senza sostituto o Modello Redditi, e hanno chiesto a rimborso l’eventuale credito d’imposta maturato, dunque, il pagamento arriverà direttamente dall’Agenzia Entrate.

I tempi, in tal caso, possono dipendere dalle circostanze. Se l’Agenzia Entrate non ha a disposizione l’IBAN del contribuente, procede al rimborso imposte mediante titoli di credito a copertura garantita emessi da Poste Italiane.

Il contribuente, dunque, riceve presso il proprio domicilio fiscale un assegno vidimato. Questi, entro il termine di validità impresso sul titolo (60 giorni dalla data di emissione), alternativamente può:

  • versarlo sul proprio conto corrente postale o bancario;
  • presentarlo per l’incasso in contanti presso qualsiasi ufficio postale.

Se la somma non è riscossa per tempo, sarà restituita all’Erario. A questo punto l’Agenzia delle Entrate emetterà il rimborso una seconda volta.

Se anche la seconda volta il rimborso non è incassato, il contribuente sarà costretto a presentare istanza di rimborso agli uffici dell’Agenzia.

Rimborso imposte, come averlo prima

La procedura di pagamento del rimborso imposte tramite assegno vidimato è abbastanza lunga. Può trascorrere anche più di un anno prima che l’Agenzia predisponga ed emetta l’assegno. Se, invece, il contribuente vuole velocizzare i tempi può, se non già fatto, comunicare l’IBAN all’Agenzia Entrate.

Infatti, la procedura di predisposizione e pagamento del rimborso prevede che l’Amministrazione vada a verificare prima la disponibilità nei propri archivi dell’IBAN del contribuente. Se presente accredita la somma spettante direttamente sul conto corrente. In assenza di IBAN, procede ad emettere assegno vidimato.

Per chi non lo abbia ancora fatto, ricordiamo che l’IBAN per il rimborso imposte può essere comunicato dall’area riservata del sito Agenzia Entrate, accedendo con le proprie credenziali SPID, CIE o CNS. Nella prima pagina “La mia scrivania” si deve selezionare “Servizi per” – “Richiedere” – “Accredito rimborso ed altre somme su c/c” (e seguire le istruzioni). In alternativa, si può comunicare:

  • via PEC senza possibilità di delega
  • oppure direttamente presso gli uffici dell’Agenzia delle Entrate esibendo un documento d’identità in corso di validità.

Riassumendo

  • chi ha fatto la Dichiarazione redditi 2023 (anno d’imposta 2022) con 730 senza sostituto o con Modello Redditi, riceve il rimborso imposte direttamente dall’Agenzia Entrate
  • in tal caso, se l’Agenzia non trova IBAN nei sui archivi emette assegno vidimato valido 60 giorni per la riscossione
  • se l’Agenzia trova l’IBAN, invece, accredita il rimborso sul conto corrente
  • i tempi di rimborso sull’IBAN sono più veloci rispetto all’assegno vidimato, pertanto, chi non lo ha ancora fatto farebbe bene a comunicare le coordinate all’Amministrazione finanziaria.