Il 28 febbraio 2023 è passato. Oggi siamo al 16 marzo 2023 e chi era obbligato e non ha presentato, entro la fine del mese scorso, la Dichiarazione redditi 2022 (anno d’imposta 2021) si trova in un mezzo guaio.

Un guaio che tuttavia può essere ancora ridimensionato laddove si provveda a fare l’adempimento entro il 30 novembre 2023, ossia entro la scadenza della presentazione della Dichiarazione Redditi 2023 (anno d’imposta 2022).

Per capire dobbiamo richiamare scadenze e sanzioni per la mancata presentazione della Dichiarazione redditi 2022.

La Dichiarazione redditi 2022 “tardiva”

Il modello di Dichiarazione redditi 2022 (anno d’imposta 2021) andava presentato entro il 30 novembre 2022.

Il debito d’imposta che, invece, ne sarebbe derivato andava versato prima. Ossia entro il 30 giugno 2022 oppure entro il 22 agosto 2022 con la maggiorazione dello 0,40%.

Per coloro che avessero saltato la scadenza del 30 novembre 2022, c’era ancora possibilità di rimediare inviando al dichiarazione entro i 90 giorni successivi. In questo caso si sarebbe configurata Dichiarazione redditi 2022 tardiva. Questo significava inviarla entro il 28 febbraio 2023.

Per sanare la tardività dei 90 giorni bisognava pagare una sanzione di 25 euro. Resta ferma la possibilità di pagare con ravvedimento operoso anche il debito d’imposta non versato alle scadenze ordinarie di cui sopra.

La Dichiarazione redditi 2022 “omessa”

Chi non ha presentato la Dichiarazione redditi 2022 (anno d’imposta 2021) entro il 30 novembre 2022 e non lo ha fatto nemmeno entro il 28 febbraio 2023 non può fare più nulla. Nel senso che ormai il fisco considererà la dichiarazione come omessa.

L’unica cosa che si può fare è ravvedere l’eventuale debito d’imposta non versato entro le scadenze ordinarie (30 giugno 2022 o 22 agosto 2022 con maggiorazione).

Aver omesso la Dichiarazione redditi 2022, significa che non si potrà sanare questa omissione ma bisognerà aspettare che l’Agenzia Entrate emani la relativa sanzione.

Come limitare la sanzione da “omissione”

Si può ancora fare qualcosa. Infatti, inviando, comunque la dichiarazione entro il 30 novembre 2023, al contribuente sarà irrogata una sanzione dimezzata.

In dettaglio, la sanzione sarà dal 60% al 120% dell’ammontare delle imposte dovute, con un minimo di euro 200. Se non sono dovute imposte, si applica la sanzione da euro 150 a euro 500 (art.1 D. Lgs. n. 471/1997).

Inviandola, invece, dopo il 30 novembre 2023, il tutto raddoppia. Infatti, in tal caso la sanzione sarà dal 120% al 240% dell’ammontare delle imposte dovute, con un minimo di euro 250. Se non sono dovute imposte, si applica la sanzione da euro 250 a euro 1.000.

In conclusione, fermo restando che inviando la Dichiarazione redditi 2022 dopo il 28 febbraio 2023, questa sarà considerata omessa, è consigliabile, comunque, inviarla e farlo entro il 30 novembre 2023 così da vedersi arrivare una sanzione più bassa.

Viceversa, il danno sarà più alto se si lascia passare anche il 30 novembre 2023 senza fare l’adempimento omesso.