Le statistiche inerenti le dichiarazioni dei redditi 2010-2011 (relative quindi all’anno di imposta precedente) riservano alcune sorprese. Il reddito conseguito dai farmacisti e dai notai ad esempio è la migliore dimostrazione che queste categoria non stiano subendo ripercussioni dalla crisi. Altre sorprese riguardano i redditi dichiarati in relazione all’ammontare dei ricavi conseguiti. Infatti per la gran parte dei soggetti che risultano congrui agli studi di settore vi è molta differenza tra reddito e compenso dichiarato, e tale dato trova spiegazione sicuramente in base alla redditività del settore di riferimento ma anche in relazione ad alcuni meccanismi di abbattimento fiscale.

I redditi dichiarati nel 2010 dai soggetti possessori di partita iva ai quali vengono applicati gli studi di settore ammontano a 26.500, mentre considerando solo i soggetti che rientrano nella congruità si sale ad una media di 38.700 euro e si scende ad una media di 13.900 euro se invece si considerano solo i soggetti per i quali la dichiarazione presentata rientra tra i non congrui.

 

REDDITO PARTITE IVA: AGENZIE DI VIAGGI E FOTOGRAFI SOFFRONO LA CRISI 

Ai fini statistici due delle categorie più colpite dalla crisi, ma anche dalla concorrenza che in molti casi viene svolta su internet, sono i fotografi e gli agenti di viaggio. I primi hanno dichiarato mediamente un reddito annuo di 11.900 euro mentre i secondi  guadagnano circa 11.400 euro, che a conti fatti rappresentano uno stipendio di meno di mille euro mensili. Salendo si trovano altre professioni che durante gli anni hanno risentito anche loro della crisi, i baristi (con un reddito medio di circa 15 mila euro annui) ed i gestori delle stazioni di servizio ( per i benzinai, in fermento anche loro per le possibili novità che potrebbe portare il decreto sulle liberalizzazioni, il reddito medio si ferma a 17.600 euro ).

 

REDDITO AVVOCATI E COMMERCIALISTI: 40MILA EURO MEDI 

Per quanto riguarda le dichiarazioni dei redditi presentate dai professionisti i consulenti finanziari hanno un reddito medio di 43 mila euro, nonostante i venti di crisi che hanno fortemente colpito i mercati azionari ed i mercati finanziari in generale.

Anche avvocati e commercialisti dichiarano redditi superiori ai 40 mila euro ( i premi hanno un reddito medio di 46 mila euro mentre i secondi, comprendendo nella categoria anche i consulenti del lavoro, arrivano a guadagnare circa 48 mila euro lordi). Naturalmente  tali dati rappresentano un valore medio e pertanto a tanti professionisti che sono impegnati nell’ambito di operazioni particolarmente rilevanti e remunerative, vi sono molti avvocati e commercialisti, magari alle prime armi, che hanno redditi di gran lunga inferiori alla media. Sempre nell’ambito dei lavoratori autonomi gli architetti hanno redditi annuali pari a circa 27.300 euro mentre gli odontoiatri denunciano in media circa 46 mila euro annui. Agli apici delle categorie considerate i farmacisti, con una media di redditi pari a 104 mila euro anni, ed i notai le cui dichiarazioni dei redditi in media ammontano a 280 mila euro.

 

REDDITO NOTAI: DISCREPANZA TRA CONGRUI E NON CONGRUI

Dati medi sicuramente, ma è interessante vedere come all’interno delle stesse categorie  i dati sono fortemente diseguali se si considerano i soggetti congrui o quelli non congrui. All’interno della categoria dei notai, i cui redditi medi sono pari a circa 280 mila euro, la media dei soggetti congrui è pari a 303 mila euro mentre la media dei soggetti che non raggiungono la congruità è di circa 114 mila euro. Per gli avvocati se si considerano esclusivamente le dichiarazioni dei soggetti che hanno raggiunto la congruità l’ammontare dei redditi medi è pari a 73.400 euro mentre per chi non è in regola con gli studi di settore il reddito medio si abbassa a 39 mila euro.

Pertanto al di là dei limiti che lo strumento degli studi di settore può avere ( e sono davvero tanti nonostante lo sforzo compiuto per eliminare alcuni problemi) i recenti interventi normativi, volti a premiare chi dichiara per lo meno il reddito minimo riportato nello studio di settore predisposto, appaiono giustificabili.

 

REDDITO SOCIETA’ 2009: AUMENTANO LE SOCIETA’ IN PERDITA 

Per quanto riguarda invece le società, il report prodotto individua dei trend ben precisi. Pertanto anche le statistiche inerenti le società presentano degli spunti interessanti. Innanzitutto in base al controllo delle recenti dichiarazioni per l’anno di imposta 2009 occorre registrare un aumento delle società in perdita ( la quota delle società con risultati negativi è infatti del 37 per cento in crescita rispetto al 35 per cento .dell’anno precedente). Inoltre anche il reddito medio generale dichiarato è risultato in netta flessione rispetto all’anno di imposta 2008. In questo caso il reddito medio è circa 258 mila, in calo del 6,7 per cento rispetto all’anno precedente, ma i cali maggiori si sono registrati nelle imprese situate nelle isole ed i cali minori in società che hanno sede nel nord ovest del paese.

 

REGIME DEI MINIMI: AUMENTANO LE ADESIONI

La crisi economica e la congiuntura economica sfavorevole ha fatto aumentare a dismisura le dichiarazioni delle società in fallimento ( che hanno fatto registrare un più 61 per cento) e di quelle che sono considerate estinte ( più 52 per cento). Inoltre aumentano anche le imprese che decidono di aderire al regime dei minimi ( regime recentemente rivisitato) visto che l’aumento nell’ultimo anno è stato del 23 per cento circa. Naturalmente chi ha i requisiti preferisce optare per il regime agevolato viste le diverse agevolazioni concesse, non ultima l’esenzione dall’assoggettamento ad Irap. Inoltre l’adesione al regime forfettario comporta anche una leggera flessione dei soggetti che sono obbligati a compilare il modello degli studi di settore (in tale ambito si registra un calo dello 0,7 per cento).