La Dichiarazione IVA 2024, per l’anno d’imposta 2023, è un adempimento fiscale fondamentale per i titolari di partita IVA in Italia, con scadenza imminente fissata alla fine di questo mese di aprile.

Esistono specifiche categorie di contribuenti che sono esentate da questo obbligo. Gli esoneri riguardano principalmente i contribuenti che con riferimento al 2023

  • operavano sotto il regime forfettario o di vantaggio;
  • hanno registrato esclusivamente operazioni esenti dall’IVA o hanno utilizzato la dispensa dagli obblighi di fatturazione e registrazione, limitandosi a operazioni esenti. Questa esenzione non è valida se il contribuente ha realizzato operazioni imponibili, anche se gestite con contabilità separata, o se ha avuto operazioni intracomunitarie o rettifiche, o acquisti specifici (come oro o argento puro) dove l’imposta è dovuta dal cessionario;
  • sono produttori agricoli o esercenti attività di giochi e intrattenimenti esonerati dagli adempimenti IVA;
  • sono imprese individuali che hanno dato in affitto la loro unica azienda senza svolgere altre attività soggette a IVA.

La scadenza ordinaria dell’adempimento

La Dichiarazione IVA 2024 può essere inviata, dal 1° febbraio 2024 al 30 aprile 2024, direttamente dal contribuente o attraverso un intermediario autorizzato come un commercialista.

In ogni caso, l’invio è telematico.

La dichiarazione si considera effettivamente presentata nel giorno in cui viene trasmessa all’Agenzia delle Entrate. E le dichiarazioni scartate ma ritrasmesse entro cinque giorni dalla notifica dello scarto, sono considerate tempestive e non soggette a sanzioni.

Ad esempio, se un contribuente invia la dichiarazione il 29 aprile 2024 e riceve una notifica di scarto il 3 maggio, ha tempo fino all’8 maggio per ritrasmettere senza incorrere in penalità.

Dichiarazione IVA 2024, cosa succede dopo il 30 aprile

La mancata presentazione della Dichiarazione IVA 2024 entro il 30 aprile comporta la possibilità di regolarizzazione entro il 29 luglio 2024, con una sanzione di 25 euro. In questo caso si parla di dichiarazione tardiva.

Oltre questa data, il mancato invio si traduce in una violazione per omessa dichiarazione, con sanzioni significative che variano a seconda del ritardo.

Se la dichiarazione viene inviata dopo il 29 luglio 2024 ma termine ma entro il termine della Dichiarazione IVA 2025, la sanzione per omessa dichiarazione IVA (art. 5, comma 1, D. Lgs. n. 471/1997) varia dal 60% al 120% dell’imposta dovuta, con un minimo di 200 euro.

In assenza di imposta dovuta, la sanzione è una somma fissa tra 150 e 1000 euro. Se l’invio avviene oltre il termine della Dichiarazione IVA 2025, la sanzione raddoppia. In entrambi i casi, non è possibile versare spontaneamente la sanzione ma occorre che l’Agenzia Entrate la irroghi.

In ogni caso, sia per la dichiarazione tardiva che per quella omessa, il contribuente può fare il ravvedimento operoso dell’eventuale saldo IVA a debito che ne deriva e non versato alla scadenza ordinaria (18 marzo 2024).

Riassumendo…

  • la Dichiarazione IVA 2024 (anno d’imposta 2023) è in scadenza il 30 aprile
  • l’invio può essere anche tramite intermediario incaricato
  • chi salta la scadenza può rimediare entro il 29 luglio 2024 (90 giorni successivi al 30 aprile). Ovviamente versando la sanzione di 25 euro (codice tributo 8911)
  • dopo il 29 luglio 2024 la dichiarazione IVA si considera omessa e occorre aspettare che l’Agenzia Entrate irroghi la sanzione piena.