Tasse e detrazioni spese di istruzione, tutte le novità del 2017. Per chi ha figli che vanno a scuola, Irpef più leggera. L’Agenzia delle Entrate ha ampliato le voci che danno diritto alla detrazione per le spese di istruzioni, corsi di lingua, gite scolastiche, teatro e quant’altro, questa spese si aggiungono a quelle già esistenti per mensa scolastica e i servizi pre e post scuola.

Spese di istruzione, aumentano gli sconti

La detrazione pari al 19% delle spese per la frequenza scolastica si estende ai costi sostenuti per la mensa e copre anche i servizi integrativi come il per e il post scuola e l’assistenza al pasto.

Non solo: il bonus scatta anche se il servizio è reso tramite il Comune o altri soggetti terzi rispetto alla scuola e se non è stato deliberato dagli organi di istituto. Si tratta, infatti, di un servizio previsto dall’ordinamento scolastico per tutti gli alunni delle scuole dell’infanzia e delle scuole primarie e secondarie di primo grado.

Ok alla detrazione anche sulle spese per gite scolastiche, per l’assicurazione della scuola e ogni altro contributo scolastico finalizzato all’ampliamento dell’offerta formativa, come per esempio corsi di lingua, teatro, etc, deliberato dagli organi d’istituto. Rientrano invece tra le spese di istruzione universitaria agevolabili, e beneficiano quindi della relativa detrazione, quelle sostenute per la frequenza degli Istituti tecnici superiori (poiché assimilabili alle spese per la frequenza di corsi universitari). Per lo stesso motivo, gli studenti degli Its hanno diritto a usufruire anche della detrazione per canoni di locazione.

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Come regolarsi per ottenere il massimo dalla detrazione

Per queste spese è previsto il tetto massimo di spesa pari a 564 euro per ciascun figlio,è possibile avere una detrazione d’imposta di 107 euro.

La detrazione può essere divisa tra i genitori, anche se i figli sono a carico al 50% o al 100%. La detrazione può essere divisa fra i coniugi secondo le esigenze, sulla ricevuta bisogna che sia annotato il nome di chi vuole usufruire della detrazione.
Ad esempio, un genitore che ha l’irpef bassa e non ha capienza, può passare le ricevute di spesa all’altro genitore e non perdere il vantaggio fiscale.