Detrazione spese ristrutturazione casa: analizziamo nel dettaglio quando le spese per la ristrutturazione della casa si possono portare in detrazione e in che modo, rispondendo anche al caso del nostro lettore.

Salve, leggevo l’articolo molto interessante specialmente per chi come noi si imbatte in questa esperienza unica, tra milioni di norme e leggi. Nel nostro caso:
Abbiamo acquistato una casa intestata ad entrambi al 50% e siamo in comunione dei beni. Lavoriamo entrambi ma mia moglie al Cud ha una voce IRPEF di 500 euro circa annui. Io molto di più. 
Su due piedi dovendo sostenere circa 50000 euro di spese potremmo detrarre 25000 euro in dieci anni che ripartiti per 10 anni sono 2500 euro annui. Portando in detrazione entrambi al 50% mia moglie non coprirebbe il rimborso. 
Io invece abbondantemente. 
Quindi volevo sapere se posso sostenere io le spese maggiori di ristrutturazione detraendo sul mio 730 l’intera somma bonificata da me e fatturata a me? Può mia moglie fatturare e bonificare le spese che riuscirebbe a detrarre? 
Nei bonifici parlanti visto che il totale da poter detrarre per l’immobile è di 96000 euro dobbiamo mettere cmq entrambi i codici fiscali anche se le fatture sono intestate ad uno dei due? Mi scusi ma queste sono domande che nessuno 
sa dare una risposta unica. Grazie ancora. Arrivederci.

A chi spettano le detrazioni

La normativa stabilisce che possono beneficiare delle agevolazioni color che effettuano i lavori sugli immobili, non solo i proprietari, ma anche l’inquilino.

In riferimento al quesito posto, l’Agenzia delle Entrate chiarisce che hanno diritto alle detrazioni, purché sostengano le spese e sono intestatari di fatture e bonifici: coniuge, convivente, familiare convivente, ecc.

Nel caso specifico del nostro lettore, può detrarre le spese anche uno solo dei coniugi, l’importante che la documentazione sia chiara e corretta. Sia la fattura che il bonifico devono indicare il codice fiscale di chi beneficia della detrazione nel 730.

Detrazione lavori coniuge: l’annotazione corregge l’intestazione delle fatture?