“Queste entità del tutto inesistenti – che chiamiamo prezzi – sono ciò su cui si basa l’intera società. Una civiltà intera costruita… bah… sull’aria, dico sul serio, nient’altro che aria!“, afferma Jonathan Coe. Al giorno d’oggi, in effetti, sembra che tutto abbia un prezzo. Sono poche le cose a cui è possibile accedere in modo gratuito, senza dover fare i conti con il rovescio, costoso, della medaglia.

Ne è un chiaro esempio il trattamento pensionistico che pesa sul conto pubblico e di conseguenza sulle tasche dei cittadini italiani che attraverso le tasse rimpolpano il bilancio statale.

Ma quanto costa uscire anticipatamente dal mondo del lavoro? Ecco cosa c’è da sapere.

Da Quota 103 a Opzione Donna: quanto costa ogni anno di anticipo sulla pensione

I dati emersi dall’ultimo monitoraggio dei flussi di pensionamento dell’Inps parlano chiaro: il numero di persone andate in pensione si è abbassato. Entrando nei dettagli si evince che nel corso dei primi tre mesi dell’anno, i nuovi pensionati sono 174.610, ovvero il 26,2% in meno rispetto allo stesso periodo del 2022. Ancor di meno coloro che sono usciti anticipatamente dal mondo del lavoro, che registrano nel primo trimestre del 2023 un meno 38% rispetto al 2022.

Quota 102, Quota 103 e Opzione donna sembrano non attirare particolarmente l’interesse dei lavoratori che continuano così a lavorare fino al raggiungimento dell’età per accedere alla pensione di vecchiaia. Quest’ultima, ricordiamo, disponibile all’età di 67 anni, a patto di aver maturato almeno vent’anni di contributi. Nonostante ciò sembra che Quota 103 verrà prorogata anche nel 2024. Tale misura, ricordiamo, consente di andare in pensione all’età di 62 anni, a patto di aver maturato 41 anni di contributi, ovvero con un anticipo del requisito anagrafico pari a cinque anni. Alla base di tale decisione, come al solito, le disponibilità finanziarie che, anche per il prossimo anno, risultano essere particolarmente ridotte.

Quello che vorrebbe il Governo

In realtà il Governo, su proposta della Lega, vorrebbe introdurre Quota 41 per tutti. Quest’ultima consentirebbe di uscire dal mondo del lavoro una volta maturati 41 anni di contributi, a prescindere dall’età. Stando alle stime dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, però, tale misura costerebbe allo Stato più di 4 miliardi di euro nel primo anno di attivazione. Il tutto fino ad arrivare a 75 miliardi di euro nei dieci anni successivi.

Delle cifre non di certo indifferenti, che portano il Governo a effettuare delle attente valutazioni prima di decidere quali misure mettere effettivamente in campo per permettere ai lavoratori di accedere alla pensione anticipata. Non resta quindi che attendere i prossimi mesi per capire quali requisiti saranno richiesti per uscire anticipatamente dal mondo del lavoro. Fermo restando la necessità di volgere sempre un occhio di riguardo al bilancio pubblico.